โUna cinquantina di vignaioli artigiani che lavorano nel rispetto della natura, della stagionalitร e dei cicli produttivi; non utilizzano trattamenti chimici in vigna e manipolazioni in cantina, per ottenere prodotti che rispecchino fedelmente il vitigno e il terroirโ: รจ Succo d'Uva, la fiera enologica fiorentina (alla sua seconda edizione) che lo scorso weekend ha animato il Buh! Circolo Culturale urbano nel quartiere di Rifredi, in unโarea recuperata dai vecchi magazzini dello stoccaggio merci dell'ex dogana. Nata dallโidea di due giovani amici, Davide Calamai e Giovanni Ravenni, per โfar avvicinare sempre piรน persone ai vini naturali, creando un percorso di crescita culturale che porti a gustarli con piacere e maggior consapevolezzaโ, a Succo dโUva รจ possibile anche โacquistare direttamente le bottiglie, cosรฌ come i formaggi e i salumi nell'area food, realizzati da allevamenti allo stato brado e con lavorazioni tradizionali delle carni senza alcuna aggiunta di sostanze artificiali o coadiuvantiโ.
Donato Donati: il Punto, l'agricoltura e il vino
Vino e cibo diventano, cosรฌ, protagonisti di una rivoluzione alimentare, tipo quella giร in atto a Lucca dove ci sono โtante piccole realtร agricole biodinamicheโ e persone che la pensano come Damiano Donati di Punto. Officina del Gusto, che incontriamo a Succo d'Uva: โPane, vino e ristorazione per me sono la quotidianitร e sono parte di questa parola: agricoltura, la mia svolta di vita. Fare ristorazione non รจ semplicemente fare da mangiare: da ristoratore supporto, cioรจ acquisto e finanzio realtร locali, cosรฌ salvaguardo il mio territorio. Ristorazione รจ sostenere lโagricoltura con coscienza, con personalitร e con cuore, รจ portare avanti le famiglie con cui collaboro tutti i giorni, che mi danno i grani, l'olio, gli ortaggiโ.
Non solo: โDa due anni a questa parte mi sono messo a fare vino con il mio socio Ruggiero, il responsabile di sala del Punto. Faccio vino naturale, un biodinamico come atto agricolo. Ho un ettaro di terra sulle colline lucchesi esposte a sud in localitร Pieve Santo Stefano, con vigne dai 35 ai 70 anni che derivano da metodo convenzionale. Nel 2018 sono usciti tre vini, da un ettaro ho portato a casa mille litri, praticamente nullaโ. Come ha imparato a fare vino? โFaccio tutto da me, potature, legature: รจ lunga. Ho sempre vendemmiato da agricoltori amici, ma sto imparando. Alzo il telefono, fotografo, chiedo. Col tempo sto livellando.
Il suo modello di cucina e il suo modo di intendere la produzione e il cibo sono riproponibili altrove, da altri ristoratori? โParlo da cuoco. Ho imparato a capire il valore e il sacrificio dell'agricoltura, cosa che tanti miei colleghi non sanno. Cambio il menรน ogni mese e mezzo circa, lavoro con gli agricoltori, li chiamo e gli chiedo cosa hanno seminato e tra quanto i prodotti saranno pronti. Non tutti, perรฒ, sono portati a seguire una stagionalitร , perchรฉ รจ anch'esso un lavoro: รจ difficile dover cucinare qualcosa che non stabilisci tu. Io non voglio fare il politico della biodinamica, ma so che รจ una agricoltura sanaโ.
Carlo Nesler, le fermentazioni e la cucina
โMangiare beneโ, coniugando gusto e salute, รจ ciรฒ che vuole anche Carlo Nesler: esperto di fermentazioni e fondatore della CibOfficina di Viterbo (centro di formazione, sperimentazione e trasformazione di materie prime con metodi antichi), รจ accompagnato a Succo d'Uva dalla chef Giulia Pieri, specializzata in cucina vegetale integrale e probiotica.
โCโรจ un crescente interesse verso i cibi probiotici e da qualche anno le ricerche sono sempre meno costose e piรน diffuse. Le fermentazioni non servono alla conservazione, come ancora spesso pensiamo: sono un metodo per migliorare le qualitร nutritive e organolettiche degli alimenti, li rendono piรน digeribili e sicuri andando a rinforzare il nostro sistema immunitario, poichรฉ forniscono enzimi utili al buon funzionamento dell'organismoโ. Come? โIo produco verdure fermentate e non faccio altro che creare le condizioni giuste di aciditร , salinitร e assenza di ossigeno affinchรฉ determinati microbi possano svilupparsi. Faccio poche cose: metto le verdure con il sale, le presso per far uscire la loro acqua e formare un ambiente anaerobico. Cosรฌ creo una complessitร notevole, una varietร microbica spontanea come accade con i lieviti selvaggi del vino. I cibi prodotti con fermentazione, non sterilizzati, non pastorizzati e privi di conservanti, contengono una biodiversitร che va a incrementare la biodiversitร all'interno del mio corpo: sono sani oltre che buoni di saporeโ.
Un utilizzo in cucina delle verdure fermentate? โPossono essere mangiate con olio o nellโinsalata; il loro liquido acidulo e un poโ salato รจ ottimo per insaporire altri alimenti, per diventare starter di un formaggio vegetale o come aggiunta di una crema. Giulia ultimamente sta preparando una specie di hummus con ceci frullati in cui unisce questo liquido a olio e miso. Si possono prendere miso, shyou (salsa di soia con legumi), kombucha, kefir e farci la marinatura ai finocchi, o alla carne e al pesce per dodici/ventiquattro ore prima di cucinarli โ il โSale di nocchiaโ di Carlo Nesler, shio-koji di nocciole della Tuscia, รจ perfetto per le verdure a crudo assieme a olio, limone e aceto, ma anche per aromatizzare il pesce - In tutti i popoli del mondo esistono cibi fermentati. Nelle nostre vecchie ricette, ad esempio, prosciutto, lardo o salame non venivano mangiati dentro a un panino, ma servivano a insaporire. Allo stesso modo il cacio, che si metteva sopra alle zuppeโ.
Fermentazioni alcoliche. Non solo vino: sour, le birre acide
A proposito di fermentazioni, quelle spontanee indotte dai lieviti indigeni presenti nel mosto e in cantina, lโassociazione tra vino naturale e sour beer รจ praticamente immediata, anche perchรฉ ormai sono molti coloro che si cimentano in entrambe le produzioni. Tra le presenze delle due giornate di Succo d'Uva 2ยฐ Edizione ecco che spunta la selezione a cura di Alessandro Belli, ideatore dellโArrogant Sour Festival di Reggio Emilia: diventato il piรน grande evento italiano e internazionale di riferimento per le birre acide, รจ pronto a tornare dal 31 maggio al 2 giugno 2019 con diverse novitร . Si spazia dalla tradizione belga (di Brasserie Cantillon, Brouwerij 3 Fonteinen, Geuzestekerij De Cam) fino ai birrifici americani (come The Ale Apothecary, De Garde Brewing, Libertine Brewing Company, Funk Factory Geuzeria), a quelli italiani (tra cui LoverBeer di Valter Loverier e Ca' del Brado), passando per la Norvegia con Lindheim รlkompani e lโOlanda con Brouwerij Vandenbroek di Toon van den Broek, โnoto nel panorama delle fermentazioni spontanee da venti anni e attesa presenza al festival, a cui dedicherร un Lambic di cinque anni in fustoโ. Tra le altre curiositร della prossima edizione: โUn piccolo birrificio russo di Mosca ancora poco conosciuto, Double A Brewing, dedito ai lunghi affinamenti; uno dalla Tasmania che utilizza esclusivamente malti, luppoli e lieviti autoctoni e produce anche sidri e vini naturali; dal Belgio le birre maturate in botte di Antidoot Wilde Fermenten, che sperimenta la vinificazione naturale grazie a un vigneto di proprietร โ.
L'agricoltura organico rigenerativa
Le piccole produzioni diventano un inno alla spontaneitร , comune denominatore di Succo d'Uva rappresentata dal modello alimentare partecipativo Ortobioattivo dellโagronomo Andrea Battiata: โGrazie a studi scientifici e a sperimentazioni sul campo otteniamo raccolti di elevata qualitร organolettica, ricchi di aromi e sapori. Dallโagricoltura tradizionale, che impoverisce la terra, si passa a quella organico-rigenerativa, replicando quello che la natura fa nei boschi da milioni di anni e dove ogni molecola di sintesi รจ bandita. Dobbiamo ragionare sul sistema di alimentazione consapevole. In passato si pensava che con la chimica e la tecnologia non ci sarebbero state piรน malattie o fatica, che ci sarebbe stato da mangiare per tutti. Cโรจ una forte connessione diretta tra lโagricoltura industriale e i cambiamenti climaticiโ. In cosa consiste il modello dellโOrtobioattivo? โร un orto naturale, semplice e resiliente, basato sulle condizioni ricreate per il suo mantenimento: consuma lโuno per cento di acqua rispetto a un orto normale ed รจ energeticamente autonomo. Abbiamo creato una rete di contatti universitari con amici e professori, tra cui quelli di medicina, perchรฉ hanno capito subito lโaggancio tra il cibo e la salute. Lโentusiasmo si รจ allargato e abbiamo deciso di fare orti gratis nelle scuoleโ.
Un progetto, quello degli orti urbani, condiviso anche dallโassociazione Slow Food Firenze, presente allโevento, che porta avanti la campagna globale โFood for changeโ per sensibilizzare a consumi piรน consapevoli e a produzioni piรน sostenibili.
a cura di Piera Feduzi