Tra gli effetti collaterali dellโemergenza Covid, in questi ultimi mesi, cโรจ stato il ritorno dellโEuropa al centro dellโattenzione delle imprese italiane. Diciamo una ritrovata fiducia o quantomeno uno sguardo di cauta speranza in ottica di ripartenza. ร da Bruxelles, infatti, che passa la collocazione delle risorse del Recovery Fund, ma anche le decisioni sulla prossima Pac, senza dimenticare il complesso tema dei rapporti tra Paesi โ dagli Usa a Regno Unito โ oggi piรน che mai decisivi per guardare al futuro con rinnovata serenitร .
Cosรฌ, proprio nei giorni della seduta Plenaria (5-8 ottobre) al Parlamento europeo, abbiamo intervistato Paolo De Castro, coordinatore S&D in ComAgri del Parlamento Ue e relatore sul pacchetto agricolo del Next Generation Eu (il piano di ripresa messo sul tavolo dall'Esecutivo Ue per uscire dalla crisi post-Coronavirus). Senza nascondere le difficoltร del momento, il suo รจ comunque un messaggio di speranza: โLโEuropa cโรจ ed รจ vicinaโ, dice.
Partiamo proprio da qui: dallโEuropa e dal Recovery Fund. Come si sta muovendo lโItalia e quali dovrebbero essere le prioritร ?
La strada รจ quella indicata anche da noi in commissione Agricoltura al Parlamento europeo. Il Recovery Fund, o Next Generation Eu, a prescindere dallโentitร delle risorse, รจ un piano per il rilancio economico e sociale post-Covid degli Stati membri che richiederร investimenti su basi progettuali concrete e fattibili. Lโagricoltura non potrร che contribuire alla riduzione delle emissioni inquinanti usando ancora meno fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi, ma anche rinnovando il parco macchine agricole, in buona parte obsoleto e quindi inquinante e poco sicuro per gli operatori. E poi, non ultimo, puntando su digitalizzazione e agricoltura di precisione.
Guardando alla prossima Pac, invece, quali sono le principali sfide che ci attendono?
Le sfide sono diverse e intrecciate a doppio filo con lโincognita delle risorse previste dal Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, che deve essere approvato entro lโanno, e del Recovery Fund, dove abbiamo individuato un capitolo di spesa aggiuntivo di oltre 10 miliardi, su cui puntare a sostegno dellโagricoltura. In questo ambito, con il co-finanziamento nazionale, allโItalia potrebbero arrivare fino a 3 miliardi in piรน. Poi รจ chiaro che la futura Pac, che entrerร in vigore nel 2023, dovrร essere parte integrante del Green Deal, ma mettendo gli agricoltori e i produttori, con adeguati incentivi, nelle condizioni di sostenere la svolta ambientale indicata per i prossimi anni.
A proposito di svolta ambientale, la strategia Farm to Fork prevede diversi obiettivi in questo ambito. Che peso avrร il loro raggiungimento sullโapprovazione dei piani strategici Pac dei singoli Stati? Cโรจ preoccupazione attorno alla possibilitร di dover rinunciare allโapproccio bottom-up (dai fabbisogni agli interventi)?
I Piani strategici nazionali dovranno essere commisurati alle esigenze dei produttori agricoli nei singoli territori, tenendo conto delle linee guida indicate nelle strategie Farm to Fork e Biodiversity. Questo perรฒ non significa rinunciare allโapproccio bottom-up. Questo รจ uno dei motivi per cui per la nuova Pac abbiamo chiesto piรน tempo: una buona riforma dovrร tenere conto del grande disegno strategico messo in campo dalla Commissione con il Green Deal, ma senza penalizzare i nostri agricoltori che sono le sentinelle delle aree rurali e dellโambiente e garanti dei prodotti che arrivano sulle tavole dei consumatori.
Parliamo proprio dei consumatori e delle informazioni in etichetta. Su questo tema, il Parlamento Ue รจ in linea con lโItalia sulle perplessitร relative al Nutri-score. La contro proposta italiana del Nutrinform-battery รจ l'unica possibile o esiste qualche alternativa?
La proposta italiana del Nutrinform-battery, alternativa a quella del Nutri-score, รจ stata validata dallโUnione europea e puรฒ essere applicata sul nostro territorio nazionale su base volontaria. Ma i sistemi di etichettatura degli alimenti in Europa ormai sono diversi, e ognuno con declinazioni geografiche contrapposte. Il Parlamento Ue, e anche noi in commissione Agricoltura in particolare, รจ pronto ad affrontare un percorso che conduca a una normativa comune basata su indicazioni scientifiche che informino correttamente e lascino libertร di scelta ai consumatori. La strada tuttavia รจ ancora lunga, la Commissione ha annunciato che presenterร una propria proposta nel 2022, e con quella dovremo confrontarci per trovare la soluzione piรน giusta e condivisa da tutti gli Stati membri.
Guardando allโItalia, come giudica gli interventi e le misure post-Covid adottati dal nostro Governo in materia vitivinicola, rispetto a quelli decisi dagli altri Paesi Ue?
Non sta a me giudicare ed entrare nel merito degli interventi fatti dal Governo italiano per le singole filiere dellโagroalimentare. Per i produttori vitivinicoli colpiti dalla crisi del Coronavirus posso ricordare che la commissione Agricoltura del Parlamento europeo si รจ attivata giร la primavera scorsa, in piena pandemia, chiedendo e ottenendo dalla Commissione Ue nuove misure eccezionali. In particolare, รจ previsto un aumento dellโaiuto Ue per ristrutturazione, investimenti, vendemmia verde e promozione nei Paesi terzi. E poi flessibilitร nei pagamenti ai produttori che hanno effettuato distillazione e stoccaggio di crisi, oltre a deroghe al diritto della concorrenza con misure finanziabili anche tramite aiuti di Stato.
La misura della promozione e un eventuale potenziamento del budget a disposizione per il vino puรฒ essere la strada giusta per favorire la ripresa?
Il settore per lโItalia รจ strategico, lo sappiamo. E per questo lo monitoriamo da vicino, se necessario non esiteremo a chiedere alla Commissione europea altri interventi straordinari.
Apriamo un altro doloroso capitolo: la Brexit. Il 15 ottobre era stata indicata come data ultima per arrivare a un accordo. Manca praticamente una settimana: quali novitร in vista?
Il confronto tra Unione europea e Regno Unito per arrivare a un accordo post-Brexit รจ allโordine del giorno quotidiano, e quindi in continua evoluzione. I rappresentanti delle parti si sentono e si incontrano per trovare un valido compromesso, sul piano giuridico ed economico. Ma intanto la Commissione Ue ha avviato una procedura dโinfrazione contro il Regno Unito, accusandolo di violare lโAccordo di recesso, e in particolare lโAccordo sullโIrlanda, con la proposta di legge nazionale britannica sul mercato interno. E questo non mi sembra un segnale di distensione che preluda a una soluzione, almeno non a breve.
In caso di mancato accordo, quali sono le prospettive? ร ipotizzabile che l'Uk, spinta dalle richieste dell'industria locale, apra al cosiddetto paracadute normativo transitorio, come richiesto da Unione Italiana Vini, per mantenere lo status quo negli scambi per un periodo di 12-18 mesi?
Lโagroalimentare, e il settore del vino in particolare, rappresentano un fronte importante, quanto specifico di una trattativa articolata e complessa. Se da entrambe le parti cโรจ la determinazione politica per trovare un accordo, anche un paracadute normativo transitorio non รจ da escludere a priori.
Per il settore agricolo รจ ipotizzale beneficiare della riserva finanziaria di 5 miliardi di euro decisa dal Consiglio europeo per gestire lโimpatto determinato dal recesso del Regno Unito?
In linea teorica sรฌ. Non dimentichiamo che per lโItalia il mercato britannico vale circa 3,4 miliardi di euro lโanno in termini di prodotti agroalimentari esportati, di cui 800 milioni di vino. Se non si dovesse trovare unโintesa commerciale soddisfacente sul piano economico, anche il ricorso alla riserva finanziaria non รจ da escludere.
Attraversiamo metaforicamente lโOceano, dove diverse questioni pendono sul futuro del vino europeo. Prima di tutto lโindagine del Governo Trump sulla Digital Tax che non puรฒ definirsi conclusa. Dobbiamo aspettarci novitร (leggi alla voce dazi) prima delle prossime elezioni americane?
A meno di un mese dalle elezioni ormai ritengo improbabile che il Governo Trump decida di imporre nuovi dazi.
Poi cโรจ lโaltra questione con gli States che ci trasciniamo da un anno: il contenzioso Airbus e Boeing che รจ giร costato caro allโagroalimentare europeo, ma che fino ad ora ha graziato il vino italiano. ร proprio di qualche giorno fa la notizia che il Wto ha autorizzato lโUnione a imporre dazi aggiuntivi sui prodotti importati dagli Usa per un controvalore di 4 miliardi di dollari. Questo cosa potrebbe comportare?
Questo potrebbe inasprire un contenzioso commerciale tra Usa e Ue in atto da anni. Perรฒ ripeto, credo che un ulteriore giro di vite sulle importazioni europee, in questo momento, non sia tra le prioritร dellโamministrazione statunitense.
a cura di Loredana Sottile
Articolo uscito sul numero diย Tre Bicchieri del 24 settembre 2020
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