Lucciano’s approda a Roma. La prima tappa europea della gelateria nata in Argentina

7 Giu 2022, 17:21 | a cura di
Sono partiti da Buenos Aires, fino ad arrivare negli Stati Uniti, a Roma e anche a Barcellona. Ecco come funziona la grande azienda di gelato Lucciano’s, da pochi mesi presente anche in Italia.


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Lucciano’s, il gelato nato in Argentina

Quando tutto è cominciato, nel 2011, Instagram stava iniziando a muovere i primi passi e a catturare l’attenzione del pubblico più giovane, “ci trovavamo praticamente della pubblicità gratuita” grazie ai post dei clienti. Poi l’attività è cresciuta, diventando col tempo un vero impero del gelato internazionale, un colosso nato a Buenos Aires, approdato poi negli States fino a giungere, la scorsa primavera, a Roma, con il gelato su stecco a forma di Colosseo, a prova di Instagram. Arredi di design, servizio informale ma impeccabile, atmosfera conviviale, linguaggio semplice e pop, giovanile, divertente: ecco Lucciano’s, l’azienda di Daniele e Christian Otero, papà e figlio argentini con sangue italiano, proprio come il loro business, “siamo una gelateria nata in Argentina, ma il cuore, l’essenza è made in Italy”, racconta Christian, giovane imprenditore oggi alle prese con 60 punti vendita (55 nel Sud America), tanti progetti per il futuro, “Roma è solo l’inizio” e un totale di più di 700 dipendenti.

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Lucciano’s a Roma

Procediamo a ritroso e cominciamo dall’ultima tappa, la più significativa e dal successo per niente scontato. Non se scegli di aprire nella patria del gelato, un Paese che può contare moltissime insegne di qualità (come monitoriamo di anno in anno nella nostra guida Gelaterie) e che ha fatto scuola nell’arte del freddo. Eppure, il format – già conosciuto da molti grazie al successo internazionale e al grande lavoro di marketing che c’è dietro Lucciano’s, “un team solidissimo, indispensabile per un’attività come la nostra” – ha funzionato fin da subito. Non che i titolari non se lo aspettassero, “insomma, siamo un’azienda ormai consolidata da tempo, sappiamo come muoverci. Certo, in Italia il gelato è una cosa seria e la competizione è altissima, però il nostro è un format completamente diverso, che ancora mancava”.

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Il successo di Lucciano’s

La posizione centrale, a pochi passi da Fontana di Trevi, è strategica, i turisti sono molti, eppure non è questa la chiave del successo dell’attività. “In realtà, è un mix di fattori: l’esperienza per i clienti è diversa ma anche il design ha un grande valore. Ogni store di Lucciano’s è diverso dall’altro, diventa un luogo divertente per i consumatori, che possono scattare fotografie, condividerle, passare del tempo con amici e parenti seduti ai tavolini, anziché mangiare il gelato camminando come si è soliti fare”. E poi le materie prime, “il fatto che si tratta di una catena dai grandi numeri non significa che ci sia meno attenzione alla qualità, anzi. Proprio perché siamo un’azienda solida possiamo permetterci di contattare fornitori più costosi: i nostri prodotti sono tutti italiani, per l’apertura a Roma ci siamo concentrati ancora di più sulle realtà di livello e ogni anno partecipiamo al Sigep di Rimini per rimanere aggiornati sulle novità del settore”. Tanto design, quindi, tanto stile ma anche ricerca e attenzione alla base.

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Il prezzo del gelato

I prezzi di Lucciano’s? Diversi a quelli a cui si è abituati in Italia. Ma è giusto pagare poco un cono artigianale? “Per me i prezzi qui sono troppo bassi. Gli affitti sono alle stelle, il costo delle materie prime è in aumento, poi c’è la lavorazione, oltre a tutto il personale”. I prezzi del locale di Roma, comunque, sono più bassi rispetto ai punti vendita negli Stati Uniti: i celebri icepops, ghiaccioli e gelati su stecco dalle forme caratteristiche e i colori vivaci, vanno dai €3.80 ai €5.50, “mentre in America partono dagli 8 dollari in su”. Il più richiesto? Quello creato su misura per l’apertura capitolina, a forma di Colosseo, e poi il gelato al pistacchio “ma piace molto anche il dulce de leche, unico sapore argentino tra i nostri prodotti”. E Roma è solo la prima tappa di un piano di espansione a livello europeo, “abbiamo aperto anche a Barcellona e stiamo per inaugurare a Malaga, ma pensiamo già a Milano e Firenze, oltre a un’altra sede a Roma e a un punto a Londra”.

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Le origini di Lucciano’s

Nel frattempo, in Argentina, la situazione è cambiata da quando nel 2011 ha preso vita il primo progetto degli Otero, “altri hanno cominciato a investire in locali di design e nel marketing. Insomma, si guarda più al futuro e si fanno meglio i conti”. E come sempre accade quando un format funziona, qualcuno ha anche provato a imitare i prodotti, “ma questo è un buon segno, mi rende felice”. Undici anni fa, invece, la situazione era ben diversa: “le gelaterie erano perlopiù piccoline, gestite da una singola persona, alle volte si trovava qualche insegna di nicchia ma la maggior parte faceva prodotti industriali”. C’era, dunque, lo spazio necessario per accogliere una novità come Lucciano’s, “tra catene e insegne microscopiche, abbiamo provato a prenderci il nostro posto, con l’obiettivo di evolvere il settore dell’arte fredda, proprio come stava avvenendo nel mondo della ristorazione”. A proposito di ristoranti: l’azienda non lavora molto con i locali, “siamo in contatto con un paio di ristoratori ma non è quello il nostro obiettivo principale. Anche se in effetti i ristoranti spesso offrono cibo e vino di livello ma poi un gelato di bassa qualità…”. Da quella prima sede a Buenos Aires, con gelato sfuso e pochi gusti, si è arrivati alla linea di icepops, gelati su stecco e dalle forme particolari come quelli dei Minions (con tanto di diritti della Universal Pictures). Fino a creare un franchising, con ironia ma soprattutto una grande capacità imprenditoriale. Il futuro di Lucciano’s? “Non ci fermiamo mai, ora ci concentriamo sulle prossime aperture”.

Lucciano’s Roma – via delle Muratte, 76 - luccianos.net/it/ 

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a cura di Michela Becchi

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