Radicchio rosso tardivo: il fiore invernale delle risorgive trevigiane. Coltivazione e filiera

10 Nov 2022, 15:43 | a cura di
È l’unica vera insalata invernale di stagione, un fiore che nasce solo col freddo e grazie ad acque purissime in una particolare area del Trevigiano: un prodotto incredibilmente versatile e salutare dalla storia antica e dalla filiera produttiva chiusa e particolarmente elaborata.

Radicchio rosso tardivo: il fiore invernale

Chi ha detto che d’inverno non si trovano fiori? Naturalmente dovremmo cercarli in un clima non troppo rigido e dove ci sia presenza d’acqua. Andiamo così a cercarlo, questo fiore d’inverno, in quel percorso del fiume Sile, il più lungo fiume di risorgive in Italia. Ed è qui che troviamo il Radicchio Rosso di Treviso tardivo.  Il Sile è un fiume che emerge in pianura tra Torreselle, Casacorba e Vedelago, raccogliendo le acque sotterranee dell’alta pianura che risalgono in superficie quando incontrano i sedimenti argillosi che lo spingono su. È questa l’origine delle varie risorgive chiamate “fontanassi” tra le quali ricordiamo come sorgente principale il “fontanasso dea Coa Longa”.

Il paesaggio che accompagna lo scorrere del fiume comprende le provincie di Treviso a Casacorba e Vedelago, e quella di Padova a Torreselle, ed è costellato di boschi e canneti. Il percorso sinuoso del Sile si spinge in direzione della Laguna di Venezia in un tragitto lungo 95 chilometri: attraversa la città di Treviso, la vecchia, caratterizzandone il paesaggio e anche l’etimologia della parola. Infatti “ter visus” significa “tre visuali” riferito ai primi tre rilievi su cui si stanziarono i primi abitanti della città attenti a garantirsi la migliore posizione difensiva e la vicinanza ai corsi d’acqua.

Il percorso lungo il fiume Sile. Panoramica delle acque con la tipica vegetazione fluviale.

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Sulle rive del Sile è nata e si è sviluppata la “cultura contadina” dell’intera provincia, di cui il prodotto più famoso è di sicuro il Radicchio Rosso di Treviso tardivo. Nel 1996 per tutelarne la qualità e la particolarità della produzione, legata in modo indissolubile al territorio, è stato richiesto e ottenuto il marchio Igp (Indicazione geografica protetta) rilasciato dall’Unione Europea. L’Igp ha sancito la territorialità stretta dei tre tipi di radicchio coltivati nella Marca: il Radicchio Variegato di Castelfranco, il Radicchio Rosso di Treviso precoce e il più nobile e famoso Radicchio Rosso di Treviso tardivo.

L’unica vera insalata d’inverno

Il Radicchio Rosso di Treviso tardivo si riconosce dalle sue caratteristiche foglie affusolate con una costa bianca centrale e di un rosso intenso alle estremità. La sua maggiore particolarità (e riconoscibilità) è però nel gusto inconfondibile: una consistenza croccante e leggermente amarognola che esprime sensazioni piacevoli di freschezza, rarissime da trovare nelle verdure invernali. Il periodo in cui si può acquistare va da novembre ad aprile, è di facile conservazione in frigorifero e si conserva fragrante anche per un’intera settimana dal confezionamento.

Questo radicchio è l’unica insalata di stagione che possiamo trovare in inverno e per tutelarne la specificità oltre alla denominazione Igp, è stato costituito il Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp, che riunisce al suo interno 16 produttori con la funzione di tutela, di promozione, di valorizzazione e d’informazione del consumatore.

Filiera e controlli di qualità

La qualità del prodotto è garantita dal Consorzio grazie a controlli su tutte le catene di distribuzione e alla verifica delle segnalazioni che i consumatori sono invitati a inviare. Uno dei punti di forza del controllo qualità, comunque, è la tracciabilità dei prodotti. Sulle confezioni in vendita, oltre al marchio si trova un codice a barre che identifica il produttore. In tempo pressoché reale si risale al lotto e all’azienda da dove è partita quella specifica cassetta di radicchio. Inoltre, tutte le acque di risorgiva usate per la coltivazione sono continuamente tenute sotto controllo e analizzate. Viene costantemente testata la bontà dell’acqua usata per la maturazione e anche quella di irrigazione. C’è davvero molta attenzione alla qualità del prodotto e alla sostenibilità ambientale dei procedimenti di coltivazione.

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a cura di Giovanna Romanelli
scatti di Paolo della Corte

QUESTO È NULLA…

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