La Puglia contro orecchiette e focaccia: basta siamo anche altro

27 Giu 2023, 13:39 | a cura di
Arriva l'estate, ri-esplode la polemica: davvero questo Paese è solo turismo ed enogastronomia, folklore, tradizioni e mandolino? Il casus lo pone il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno che si erge contro le orecchiette unica identità di Puglia

Va bene che il turismo è trainato dall'enogastronomia, va bene che in Italia si mangia bene, anzi benissimo, va bene la dieta mediterranea... va bene tutto. Ma il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Oscar Iarussi, non ne può più. E come dargli torto? Possibile che la Puglia possa essere identificata solo con le orecchiette o con la focaccia barese? "Vogliamo trasformare quel che resta di un mondo arcaico e autentico in un resort di lusso? Una comunità, cioè la nostra vita quotidiana, in un marchio commerciale? La Puglia come merchandising a botte di post degli influencer?", sbotta Iarussi. E pubblica sul suo giornale la foto che vi proponiamo anche qui: orecchiette sexy symbol di Puglia!

 

La pagina istagram di Chiara Ferragni che candida le orecchiette come patrimonio dell'umanità

Basta con orecchiette e focaccia

Basta fare un piccolo report degli ultimi mesi di stampa, in realtà, per capire che in effetto quando si parla di Puglia si pensa quasi solo al cibo, al mare, alle tradizioni... Ma davvero solo questo è la Puglia, una delle regioni più importanti d'Italia sul fronte produttivo e culturale? Per esempio, un report di cassa Depositi e Prestiti del 2021, elencava come aree di impresa fondamentali per la Regione: al primo posto l'industria aerospaziale, al secondo i prodotti agricoli di eccellenza, al terzo l'energia pulita per il territorio, quindi il turismo costiero di qualità e poi l'industria culturale e creativa. In particolare, l'industria aerospaziale è il settore in cui la regione è tra delle più attive del Paese e che nell'ultimo decennio ha mostrato una crescita notevole. I prodotti agricoli d'eccellenza, poi, sono un asset fondamentale dell'economia regionale in grado di posizionare la Puglia come quarta regione del Paese per valore della produzione. Non solo orecchiette, a quanto pare, né solo focaccia barese.

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Helen Mirren a difesa degli olivi pugliesi in Salento

Helen Mirren a difesa degli olivi pugliesi in Salento

Anche Helen Mirren difende olive e relax in Puglia

Quella della focaccia barese è l'ultima delle comparsate firmate da Chiara Ferragni, in vacanza a Bari qualche giorno fa: ha pensato bene di candidarla a patrimonio mondiale dell'umanità. In concorrenza con Coldiretti e con il ministro Lollobrigida, a quanto pare, che invece da New York hanno spinto la burrata pugliese come grande eccellenza del made in Italy. Iarussi, poi, cita anche l'attrice Helen Mirren, pugliese di adozione: "è senza dubbio una delle più importanti attrici del mondo, da ultimo si sta spendendo meritevolmente in favore degli ulivi e appena può elogia la Puglia come vacanza dello spirito", scrive il direttore. «Dreaming of focaccia e orecchiette» e ancora «Focaccia pugliese patrimonio dell’umanità?». Del resto, le orecchiette sono il piatto più buono dell’emisfero nord del globo terracqueo. Ma se non vi sedete a tavola, allora vince la focaccia. Insomma, Puglia da dire, bere, fare baciare lettera testamento. Puglia tutta la vita e gracias a la vida: non v’è certo bisogno di convincere chicchessia della bellezza del vivere qui.

Ora basta: non possiamo diventare un resort di lusso

Ciò detto, basta. Per favore, basta. Una volta l’anno lasciatecelo almeno scrivere, tanto poi non cambia alcunché... «Vogliamo trasformare quel che resta di un mondo arcaico e autentico in un resort di lusso? Una comunità, cioè la nostra vita quotidiana, in un marchio commerciale? La Puglia come merchandising a botte di post degli influencer?» (La Gazzetta del Mezzogiorno, 26 giugno 2022). Un’estate dopo, le domande restano le stesse. L’innegabile successo turistico della regione, frutto anche di un sapiente sostegno politico-istituzionale, lascia sul campo o all’orizzonte alcune contraddizioni di base e di lungo respiro. Ignorarle non giova, perché nello scenario internazionale la competizione si gioca innanzitutto sulle immagini e le identità dei territori in lizza. Che cosa vogliamo essere o diventare, bisogna pur deciderlo, senza lasciare che a connotarci siano di volta in volta divi e dive che non hanno il dovere di andare oltre il pittoresco. Noi sì, però. E sospettiamo che restare abbarbicati alla sola tradizione, ovvero alla macchietta della Puglia che fu, non sia proprio il massimo.

Bene la tradizione, ma oggi? E il futuro?

"La pallida imitazione del passato, l’orgoglio della regressione, l’eterno ritorno del panzerotto (Nietzsche a Nderr La’ Lanz) sono spesso avallati da chi amministra e – mea culpa – dai giornali - scrive il direttore Iarussi - Una coazione/colazione a ripetere cui non è facile sottrarsi, nonostante il gran lavoro degli ultimi decenni per illuminare sugli schermi una Puglia diversa: nodo della globalizzazione e frontiera del domani per ambiente, energia, lavoro, accoglienza, ricerca. Merito di artisti come Amelio, Olmi, Rubini, Winspeare, Piva etc.
Al dunque a rimetterci è il nostro futuro, lo stesso da cui continuano a fuggire i giovani meridionali. È un nuovo esodo epocale di talenti e di risorse, che per la prima volta non produce rimesse verso le regioni di provenienza, mentre alimenta la desertificazione di ampie aree del Sud. Viva la focaccia, quindi, e il polpo, i ciceri e tria, il pancotto, la giuncata e chi più ne ha, più ne mangi. Ma davvero siamo paghi del destino da «casa dei giochi» e vacanza esclusiva altrui, tra l’altro con i prezzi impazziti anche per noi? No, non può essere".

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