I fatti: una guida turistica sta organizzando un tour a Venezia e deve far vivere la romantica esperienza del giro in gondola a una famiglia di sei persone, due genitori e quattro figli, di cui due con disturbi dello spettro autistico. Peccato che tre anni fa il Comune di Venezia abbia ridotto il limite massimo di passeggeri delle gondole da sei a cinque per “motivi di sicurezza”. Si legge, nel regolamento approvato il 9 luglio 2020 dal Consiglio comunale all’unanimità: “Nelle gondole in servizio pubblico non di linea possono imbarcarsi al massimo (5) cinque passeggeri. Nelle gondole o barchette in servizio “da parada” possono imbarcarsi al massimo n. 12 dodici passeggeri”.
In gondola solo 5 persone, la causa è il peso corporeo
A perorare la causa, soprattutto loro, i gondolieri – che sempre in quel regolamento hanno ottenuto una seconda vittoria, ovvero la certificazione dell’ereditarietà della professione mediante forti agevolazioni per i familiari dei titolari di licenza di gondoliere che non devono sostenere lezioni teoriche, ma solo una prova di voga – che così, inutile girarci attorno, guadagnano un po' di più: un conto sono 80 euro suddivisi per sei persone, un altro la stessa cifra divisa per cinque persone. Voi direte “sempre di 80 euro si parla” ma se ragioniamo in termini di gruppi di turisti (ahinoi numerosi, qui avevamo scritto un'analisi sul turismo di massa a Venezia), le cose cambiano eccome, ipotizzando un gruppo di 36 persone, prima sarebbero bastate 6 gondole, oggi sono necessarie 8 gondole; pari a 160 euro in più. Ma i “motivi di sicurezza” quali sono esattamente? Il peso (in aumento) dei turisti: a detta di Andrea Balbi, presidente dell'Associazione Gondolieri di Venezia, “rispetto a dieci anni fa, ora i turisti pesano di più”. E con un carico pesante, le gondole rischiano di imbarcare acqua. A onor di cronaca, la capacità massima di cinque persone era in vigore fino alla fine degli anni Settanta, tanto che le poltroncine in gondola sono cinque.
Nessuna deroga per la famiglia di sei persone
Tornando all'assurda storia da cui siamo partiti, la guida turistica si attiva per chiedere una deroga, viene rimbalzata dalla polizia municipale a quella della navigazione, e infine quest'ultima le garantisce che la famiglia di sei persone potrà viaggiare nella medesima gondola. Fine della storia. Ebbene no: la compagnia di gondole (in realtà ne contatta più di una ma l'esito è lo stesso) le risponde che opera solo con il rilascio di un permesso speciale, peccato che la polizia della navigazione non abbia a disposizione alcuna documentazione del genere e che la compagnia di gondole non si fidi della semplice parola data e senza documento firmato non imbarca più di cinque persone. Nessuna deroga, solo il dispiacere di non aver potuto esaudire le richieste della famiglia. Dispiacere reso ancora più amaro da una risposta avvilente: “Una delle compagnie di gondole contattate mi risponde che senza foglio non infrangono le regole, aggiungendo che loro guidano gondole, non sono servizi sociali”. E tralasciamo la parte finale della risposta per non creare un danno di visibilità all'intera categoria, ché il nostro unico obiettivo è il rilascio di questa benedetta deroga.