Se si pensa alla Scandinavia e alla Finlandia, il collegamento con paesi protagonisti della produzione di vino non è certamente immediato. Non ancora, almeno. Sì perché, per esempio, la vinificazione svedese sta prendendo piede per gli effetti del cambiamento climatico, tra cui stagioni di sviluppo della pianta sempre più calde e lunghe e la presenza nuove varietà di uva adattate a questi ambienti.
Gli effetti dell'aumento delle temperature sulle pratiche enologiche
Negli ultimi anni, le viti sono state piantate più a nord, con vigneti che sono apparsi in Norvegia e Danimarca e altri che si sono espansi in zone più fresche. Nel Regno Unito si prevede che la superficie vitata raddoppierà nei prossimi 10 anni, alimentata dalla domanda delle sue bollicine. La crisi climatica può rendere difficoltosa la produzione di vino in aree un tempo ideali per determinate varietà di uve: il caldo estremo fa maturare i chicchi più velocemente, portando a vendemmie anticipate a discapito della qualità, o a vini più forti e meno equilibrati se lasciati maturare troppo a lungo. L'ultimo decennio ha visto le temperature più alte mai registrate e si prevede un ulteriore riscaldamento con i relativi effetti sulla produzione di vino, dove anche piccole variazioni meteorologiche possono modificare il contenuto di zucchero, acido e tannino dell'uva.
La produzione vitivinicola svedese
Mentre la siccità, l’aumento del caldo e altri eventi meteorologici estremi stanno costringendo le tradizionali regioni vinicole a rivalutare i propri metodi, in Svezia la cura della vigna si sta trasformando da attività prevalentemente amatoriale su piccola scala a un’industria piena di ambizioni. Secondo i dati dell’Istituto meteorologico e idrologico svedese, le temperature nella parte meridionale del paese sono aumentate di circa 2 gradi Celsius negli ultimi 30 anni rispetto ai 30 anni precedenti. Anche l'adozione diffusa di nuove varietà di uve resistenti alle malattie è accreditata con la crescita del vino svedese. La maggior parte dei vigneti ha piantato un'uva chiamata Solaris, sviluppata in Germania nel 1975, adatta al clima più fresco e resistente alle malattie. Ciò consente alla maggior parte dei vigneti di evitare l'uso di pesticidi.
Dal 2028 nei calici potremmo avere vini finlandesi
Oggi in Finlandia si producono vini, anche se in realtà si tratta soprattutto di vini di frutti di bosco, che non hanno nulla a che vedere con il prodotto figlio dell'uva. I pochi viticoltori esistenti nel paese, che tentano di convertire le loro uve in vino, non hanno il diritto di etichettarlo come tale. Possono soltanto indicare il loro prodotto come "bevanda leggermente alcolica ottenuta dall'uva mediante fermentazione". Ma le cose potrebbero cambiare presto. Il governo finlandese, infatti, ha elaborato un programma agricolo che prevede la richiesta all'Unione Europea di riconoscere il paese come produttore di vino. D'altronde, esiste già un'associazione di produttori di vino in Finlandia, chiamata Viininkasvattajat ry, ed è proprio la loro attività di lobbying che sta dietro alla richiesta del governo all'UE. Se tutto dovesse andare liscio, la prima data in cui potrebbe ottenere lo status sarebbe il 2028, ovvero quando verrà determinato il bilancio della nuova PAC. Senza contare le tempistiche per lo sviluppo dei nuovi vini che, nel caso finlandese, si prevedono essere soprattutto bianchi e spumanti.