Niente più rosso per la rossa. Il divorzio tra la guida Michelin e il consorzio Brunello di Montalcino docg pare ormai inevitabile. Già a partire dalla prossima presentazione della guida che elargisce (e più raramente toglie) macaron costruendo la fortuna dei ristoranti e degli chef, il territorio toscano non dovrebbe essere più partner ufficiale dei francesi.
Il premio al sommelier lo darà il Franciacorta
La notizia non è ufficiale ma il sito montalcinonews.it la dà per certa, facendo riferimento alle novità svelate poche ore fa a Milano, in occasione dell’ufficializzazione della data e del luogo dello svelamento delle stelle Michelin 2024, che avverrà il prossimo 14 novembre al Teatro Grande di Brescia. In quell’occasione, si legge nel comunicato, “sarà rivelato anche il vincitore del premio speciale Michelin Sommelier 2024 che sarà offerto dal Consorzio Franciacorta”.
Ultimo premiato, Quero di Condividere
Si dà il caso che fino all’anno scorso il premio, uno dei quattro speciali che affiancano l’annuncio delle stelle nuove (gli altri vanno al giovane chef, al servizio di sala e al mentore, ciascuno con il suo “grandissimo sponsor”), fosse affiancato al consorzio del Brunello di Montalcino. L’ultimo premiato sotto il segno di Montalcino è stato Stefano Quero, il sommelier del ristorante Condividere di Torino, “sia per la capacità di cogliere i gusti dei clienti" recitava la motivazione "che per la sensibilità nell’abbinare grandi vini e pregiati sakè di cui è esperto conoscitore, alle raffinate proposte gastronomiche ideate da Zanasi”.
Una questione economica?
Via il Brunello, dentro il Franciacorta. Abbasso il rosso, viva le bolle. Che poi la notizia non sorprende così tanto. Già da tre anni la Franciacorta è “destination partner” della guida rossa e l’irrompere del locale consorzio vitivinicolo, quello a cui tutto il territorio deve in fondo la sua fama, non ne è che la conseguenza. Certo, forte è il sospetto che dietro questa sostituzione ci sia una questione economica, ma inutile fare le anime belle, il mondo va così.
Pettinelli: “Sarà percepito come uno smacco”
Certo, a Montalcino la cosa è stata vista da molti come uno smacco, dopo nove anni di collaborazione, partita nel 2014. La Michelin può piacere o non piacere ma la presentazione della nuova edizione della guida rappresenta uno dei massimi momenti di visibilità di tutto il settore enogastronomico d’eccellenza italiano. L’analisi di Dario Pettinelli, giornalista e tra i massimi conoscitori del territorio senese, è la seguente: “Sarebbe uno smacco” scrive su Facebook “e in ogni caso verrebbe percepito tale, come negarlo?! La Michelin è la Michelin. Purtroppo si viaggia sugli allori, sulle ottime performance dei singoli, sulla reputazione del passato, sul favore di chi vuole bene a questo vino a prescindere (sono tra questi colpevoli). Ma lo smalto, la brillantezza e il vibrante, sono rimasti per qualche singolo, la magìa del Brunello è un’altra cosa”.
Cinelli Colombini: “Non ci ha mai dato visibilità”
Per qualcuno però la partnership non ha mai portato particolari vantaggi al territorio. “Dubito molto che venga percepito come uno smacco la rinuncia a qualcosa che nessuno si è mai accorto che esistesse" commenta Stefano Cinelli Colombini, titolare di Fattoria dei Barbi. "Michelin non ha mai fatto alcuno co-branding o ha mai concesso visibilità particolare al Brunello, probabilmente perché teneva ad apparire imparziale tra i vini”.