Vini, luoghi e storie di Carmignano. Alla scoperta di una DOCG di valore

11 Feb 2009, 17:00 | a cura di

Se Giara io prendo in mano
di brillante Carmignano
così grato in sen mi piove,
ch'ambrosia e nettar non invidia a Giove
”.
(Francesco Redi, “Bacco in Toscana”, 1685)

 

Il vino è come un libro, azzardiamo. Si può apprezzarne la lettura pur se non si conos

ce l’autore, nello specifico il viticultore, l’anno in cui è stato scritto e il contesto di riferimento. Se, tuttavia, si visitano i luoghi dove esso nasce, si parla con le persone che vi lavorano duramente tutto l’anno, la degustazione assume un’altra complessità, un altro fascino. Siamo stati a Carmignano,  dove un vino di origine antica si lega a un territorio intessuto di storia. Se arrivando notate solo distese di ulivi, non preoccupatevi, le vigne ben nascoste ricompenseranno i vostri palati.

 

Lo sterrato di ghiaia annuncia un luogo in cui si respira un’atmosfera d’altri tempi: la Fattoria di Bacchereto. Casa di caccia medicea nel ‘400, ospita oggi una villa, con una cappella privata annessa, immersa tra pini, vigneti e ulivi.

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In una sala arredata con mobili contadini e un ampio camino, Marco Vannucci, giovane cantiniere, descrive con passione la viticoltura biodinamica.

“Il vino si fa in vigna, non in cantina”. Rispetto per l’ambiente, interpretazione di fenomeni terrestri e cosmici, valorizzazione della ricchezza genetica della vite, si coniugano in vini che “parlano” di filosofia. Dibattendo su lieviti naturali e cicli lunari, ne degustiamo assieme alcuni ancora in maturazione nella piccola cantina: il Sassotondo 2007, trebbiano con un’aggiunta di malvasia dalle note di frutta a polpa bianca matura, e le ultime tre annate del Carmignano Terre a mano. Era il nome dell’antico appezzamento padronale lavorato dalla manodopera locale ai tempi della mezzadria.

Un vino particolarmente sensibile all’annata che riflette l’anima di questo luogo autentico. Potente e promettente il 2008; più morbido ed elegante il 2007; mentolato, lungo e piacevolmente sapido il 2006. Ottime interpretazioni del Carmignano, un rosso da grande invecchiamento e di buon corpo, a prevalenza sangiovese (minimo 50%), con aggiunta di canaiolo nero e cabernet, sauvignon o franc.

La proprietaria Rossella Bencina Tesi, che firma quindicimila bottiglie ogni anno, vi accoglierà calorosamente per raccontare la storia e il sapore di una terra preziosa.

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Dirigendosi verso la Tenuta di Capezzana si apre, d’improvviso, una vista incantevole che si apprezza ancora di più in cima alla proprietà dei Conti Contini Bonacossi, azienda simbolo nella produzione del Carmignano. La pace e il silenzio che vi regnano riconciliano con la natura.

L’olio extravergine d’oliva decanta nella storica orciaia adiacente al frantoio, mentre la vinsantaia accoglie da fine agosto le uve lasciate ad appassire sulle stuoie per la produzione del Vin Santo, che riposa per ben cinque anni nei tradizionali caratelli riposti nei sottotetti. La disposizione, la cura e i colori danno ai grappoli le sembianze di veri e propri gioielli dal profumo inebriante.

Scendere nei corridoi sotterranei della villa cinquecentesca medicea in cui è incastonata la cantina equivale a un tuffo nel tempo. All’ingresso, una pergamena attesta l’esistenza di un contratto per la lavorazione della vite nella tenuta risalente all’anno 804; mentre il bando di Cosimo III dei Medici ricorda che nel 1716 il Carmignano fu oggetto del primo esempio di DOC ante litteram che limitava la zona di produzione. Le mura di cinta in pietra del Barco Reale, riserva di caccia medicea, tracciavano i confini che abbracciavano, allora come oggi, i comuni di Carmignano e Poggio a Caiano, in provincia di Prato.

 

Entriamo in quello che può definirsi un museo del vino. Il fascino della polvere impreziosisce le riserve più antiche di Carmignano, dall’annata 1925, di Vin Santo e del “bordolese” Ghiaie della Furba, nome di un torrente locale. Il profumo di mosto domina ancora il corridoio del Barco, versione giovane del Carmignano, con le antiche botti grandi  contrapposte alle più piccole barriques francesi della barrocciaia: passato e presente di due diversi modi di fare il  vino.

Strepitoso il Carmignano Villa di Capezzana 2005, setoso, lungo e dolcemente fruttato al palato, così come il Carmignano Trefiano 2004, con limitate rese per ettaro. Fresco e gradevole il rosato Vin Ruspo 2008, che riprende l’usanza del mosto “ruspato” ovvero rubato e poi svinato di nascosto dai contadini; un furto diventato nel tempo un diritto. I vini di Capezzana, grazie anche alla mano dell’enologo e agronomo Stefano Chioccioli, sposano qualità, tradizione e modernità, a prezzi che giustificano in pieno il loro acquisto.

La Fattoria Ambra di Romei Rigoli, a metà strada tra Artimino e Poggio a Caiano, si caratterizza per una proposta di vini dalla forte connotazione territoriale. In cantina c’è Fabio Marzotti, perito agronomo entusiasta del suo lavoro: “Usiamo poco il legno e vinifichiamo separatamente i vitigni”, afferma orgoglioso. Degustandoli ancora giovani, si apprezza, in particolare, il cabernet sauvignon che profuma di Toscana. Si narra che Caterina dei Medici importò già a metà del ’500 cloni di uva “francesca” (cabernet) per dare eleganza e longevità ai vini di Carmignano: preludio dei più moderni Supertuscan.

Tra i vini della Fattoria Ambra, spicca il Carmignano Elzana riserva 2005, influenzato da terreni prevalentemente argillosi, di grande potenza e personalità che si valorizzerà con l’età. Equilibrato e persistente il Carmignano Vigne alte di Montalbiolo riserva 2005, di colore rubino brillante, con sfumature balsamiche e un finale di crescente piacevolezza che invita a una beva tutt’altro che morigerata. Rossi coerenti all’olfatto e al gusto, timbrati dalla forza del sangiovese e dal suo netto profumo di viola, che rispecchiano la genuinità delle persone che li interpretano, sempre felici di condividere il piacere di un bicchiere.

Dulcis in fundo il Vin Santo 2001, invecchiato sei anni nei caratelli per sole 533 bottiglie d’autore. Sensazioni di frutta candita, castagne, miele e mandorle tostate, da abbinare con i tozzetti di Prato o i deliziosi fichi secchi di Carmignano, presidio slow food.

Appunti di viaggio

Tenuta di Capezzana
Via Capezzana, 100 Loc.Capezzana, Carmignano 
Tel:0558706005 [email protected]

Fattoria di Bacchereto

Via Fontemorana, 179 Loc.Bacchereto, Carmignano
Tel:0558717191 [email protected]

Fattoria Ambra
Via Lombardia, 85 Poggio a Caiano
Tel:0558719049 [email protected]

 

Lorenzo Ruggeri
(studente del Master del Gambero Rosso ed. 2008/2009)

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