Il presidente del Consorzio di tutela Franco Adami

25 Giu 2009, 10:00 | a cura di

Ormai completata la proceduta per il riconoscimento a Denominazione di Origine Controllata e Garantita per le colline di Conegliano Valdobbiadene. A breve la pubblicazione del Decreto Ministeriale, che formalizzerà il nuovo assetto. Obbligatori la nuova etichettatura già dalla prossima vendemmia.

 


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grave; quindi ufficiale: dopo 40 anni doc, il Prosecco diventa DOCG e cambia nome! Dalla prossima vendemmia, infatti, la produzione spumantistica storica del Prosecco, quella di Conegliano Valdobbiadene, indicherà in etichetta “Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”.

In primo piano, dunque, i produttori hanno voluto il territorio ma, per ora, potrà essere indicata la parola Prosecco con l’aggettivazione Superiore.

Il passaggio al solo nome di territorio, che è il nostro obiettivo finale, deve essere graduale” afferma il presidente del Consorzio di Tutela Franco Adami. “In molti paesi al mondo prosecco è divenuto un sinonimo di vino italiano di successo e togliere del tutto questa parola sarebbe rischioso. L’aggettivazione Superiore, tuttavia, aiuta il consumatore a capire subito che si tratta del prosecco originale, quello di Conegliano Valdobbiadene”.

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Per comunicare queste novità, il Consorzio avvierà un importante piano di comunicazione e renderà obbligatorio l’uso del logo sulla fascetta di Stato, che contraddistingue i vini DOCG.

Per i 160 spumantisti e gli oltre 3000 viticoltori dell’area, la decisione di richiedere la DOCG è stata unanime. Nell’area di Conegliano Valdobbiadene, infatti, è nato il successo del Prosecco da un connubio fra territorio, vigna e uomo. Si tratta di un’area interamente collinare, con pendenze molto elevate, dove ogni operazione viene fatta a mano e dove si coltiva esclusivamente Prosecco da più di tre secoli.

Proprio questi luoghi “difficili”, che in questi giorni sono candidati a Patrimonio Unesco per il proprio fascino, sono anche quelli che spesso danno la migliore espressione qualitativa.

Conegliano Valdobbiadene è formato da 15 comuni con molte sfumature, che con il nuovo Disciplinare saranno indicate con il termine Rive, che nel gergo locale indicano i vigneti più belli e soleggiati. Con la DOCG l’obiettivo sarà preservare il valore creato da questo territorio in tre secoli di storia. Un patrimonio che ammonta nel 2008 57.434.000 bottiglie e un giro d’affari di 370 milioni di euro.

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La riserva del nome Prosecco ai soli vini doc, e la scelta di passare a DOCG per l’area storica, rappresenta una rivoluzione necessaria. – afferma il Presidente del Consorzio di Tutela Franco Adami - Se nel 1969, all’ottenimento della doc, infatti, il vitigno si coltivava esclusivamente nei quindici comuni situati tra le cittadine di Conegliano e Valdobbiadene, negli ultimi decenni, grazie alle caratteristiche intrinseche del prodotto e alle capacità delle aziende, è divenuto un fenomeno di successo e la sua coltivazione si è via via allargata prima alla provincia di Treviso, poi a quelle limitrofe. In questa nuova situazione, il rischio per il Prosecco era l’assenza di regole chiare, in grado di garantire un livello minimo di qualità ed il moltiplicarsi dei fenomeni speculativi: bottiglie di strani colori, vini rosé e molto altro. Il caso di una lattina dorata che portava il nome prosecco svilendo il prodotto, ha dimostrato la necessità di mettere fine a questa confusione. Forse proprio quel prodotto ha contribuito a convincere i produttori che dovevano riprendere in mano il proprio destino”.

 

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