La rivincita delle telline romane

18 Lug 2011, 15:53 | a cura di

Da Passoscuro a Capo d'Anzio, le telline tornano protagoniste. Le principesse del litorale romano, note per il loro gusto delicato, molluschi ormai sempre più rari e ricercati, sono entrate a far parte dell’elenco dei prodotti tradizionali del Lazio ovvero di quei prodotti agroalimentari i cui metodi  di lavorazione, conservazi

one e stagionatura risultano consolidate nel tempo, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni. 

 

E di storia le telline, ne hanno da vendere. Già 2000 anni fa ne decantava le lodi Apicio. La ristorazione locale ne ha fatto un simbolo dedicandole il piatto più famoso: la bruschetta con la tellina, di cui andava matto Federico Fellini. Non solo, ma si deve ad intere famiglie di tellinari la nascita dei villaggi dei Pescatori di Ostia e Fregene che, partiti dal Sud, qui si insediarono. 

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Il settore delle telline ogni anno, solo nel Lazio, muove un business di circa 600 mila euro, per una quantità totale pescata  di circa 100 tonnellate. “É una pesca artigianale e spesso solitaria- spiega il presidente di Federcoopesca-Confcooperative Lazio, Claudio Brinati-. Le licenze professionali di pesca per questo tipo di attività sono circa una sessantina lungo il litorale romano, tutto il resto è pescato da hobbisti, anche se l’entrata in vigore del Regolamento Mediterraneo ha imposto regole più ferree”. Il provvedimento varato dalla Commissione Europea ha imposto infatti l’utilizzo di maglie più larghe per la pesca, oltre a nuove distanze dalla costa: non meno di 0,3 miglia per le draghe usate per la cattura dei molluschi ‘bivalvi’, telline e cannolicchi, che vivono e si riproducono proprio nella parte adiacente alla battigia.

 

Nella Regione ci sono 60 piccole imbarcazioni autorizzate che catturano con rastrello da natante in media circa 30-40 chili al giorno di telline, vendute a un prezzo che varia dai 9 ai 10 euro in media. La pesca è condizionata dalle condizioni atmosferiche, soprattutto dal mare che deve essere molto calmo. In tutto possiamo stimare 110-120 giornate di pesca l’anno. “Putroppo- ha continuato Brinati-, quest’anno la produzione ha subito un flessione di almeno il 30%. Questo perché la tellina è messa a rischio dall'inquinamento dei corsi d'acqua, una urbanizzazione eccessiva e lo sfruttamento massiccio delle coste”.

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La valorizzazione dei prodotti tradizionali, rientra tra i progetti di promozione e sviluppo promossi dall’assessorato alle politiche agricole della Regione. “Del paniere agroalimentare del Lazio – ha dichiarato l’assessore Angela Birindelli – ritroviamo gli alimenti della nostra tradizione che oggi sono stati salvati dal rischio di scomparsa, come le telline del litorale romano. Noi, come amministratori, abbiamo il dovere di promuovere la qualità di questi prodotti sui mercati e impegnarci per farli scoprire e apprezzare ai giovani ragazzi come prodotti che, oltre ad essere buoni, accrescono la consapevolezza della nostra identità culturale”. Una volta in elenco, i prodotti tradizionali entrano a far parte dei piani di valorizzazione regionali e dei circuiti della promozione, acquisendo visibilità  e chance reali di sviluppo nel mercato.

 

Il periodo migliore per la pesca è giugno-luglio ma i buongustai dovranno aspettare i primi di settembre per apprezzare il mollusco in tutte le salse. La sagra della tellina a Ostia, al Borghetto dei Pescatori, è infatti un appuntamento imperdibile per gli appassionati. Ogni anno vengono serviti quasi 5.000 piatti di pasta, tra una cinquantina di chili di telline e circa duecento tra cozze e vongole, e con pochi euro si riesce ancora a gustare una ricca porzione di spaghetti con le telline rigorosamente a km0.

 

Michela Di Carlo

18/07/2011

 

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