Il bello del buono

3 Nov 2011, 13:02 | a cura di

«Mi capita spesso di predire la sensazione gustativa di un alimento o di una bevanda in funzione del suo aspetto visivo o anche scegliere il bar o il ristorante giusto in base alla sensazione che ne ho. Si chiama sinestesia». Esordisce così, parlando di sé, Andrea Illy, presi

dente e amministratore delegato di un’azienda che ha fatto del caffè una scienza, oltre che simbolo della migliore tradizione del “Made in Italy”.

 

L’imprenditore non ha dubbi, il buono e il bello per lui sono strettamente collegati. «Per me la sostanza ha anche una forma. I greci la chiamano kalokagathia secondo cui il gusto e la bellezza sono inseparabili: ciò che è buono non può che essere bello, e ciò che è bello non può che essere buono. La semplice degustazione di un elisir fantastico come il caffè, per esempio, riempie i sensi di stimoli estremamente piacevoli che spaziano dalle sensazioni gustative, visive e tattili, alla piacevolezza psichico-intellettuale dello stare insieme».

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A “mr. Caffè” brillano gli occhi quando parla del suo viaggio attorno al mondo dell’arte, del buon gusto, della qualità e della bellezza. La stessa della preziosa tazzina d’autore che tiene orgogliosamente tra le mani, sorseggiando il suo doppio espresso tra una domanda e l’altra. «Ci siamo posti l’obiettivo di rendere il caffè tanto buono quanto bello. A partire dal vestito, cioè la tazzina, l’esperienza diventa polisensoriale. La scienza del caffè serve a migliorare la qualità del prodotto alla ricerca dell’eccellenza. L’arte serve ad esaltare questa esperienza introducendo un canale percettivo in più, quello visivo». (...)

 

Michela Di Carlo

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novembre 2011

N.B. La conversazione con Andrea Illy continua > nel Gambero Rosso in edicola

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