Il pericolo dei Monumenti in ogni attività - è diventare autoreferenziali, pensare di galleggiare solo in base al passato, guardare con sospetto (o impedire proprio) ogni mutamento. Per fortuna, il San Domenico che avrebbe il pieno diritto di "tirarsela", ha saputo navigare bene fra tendenze del momento e l'obiettiva difesa del patrimonio storico, rappresentata da piatti degli anni '70 e '80. Perfetti tuttora, ma che non basterebbero più a far brillare il meccanismo dei fratelli Marcattilii. Ora, un salto in avanti, almeno nella struttura con il debutto di una modernissima cucina con tanto di chef table, progettata da Max Mascia, il cuoco che da qualche anno ha preso in mano il timone di una nave dal grande fascino dove è entrato come "nipotino" dei patron a 14 anni per rientrare come socio. Nel restyling è compresa anche la mise en place, meno classica e più contemporanea rispetto a quella storica firmata Richard Ginori. La proposta culinaria, al momento, non è cambiata con il degustazione Divertimenti che esprime in pieno la cucina piacevole di Mascia che spazia su tutti i fronti senza deludere. Per chi cerca i classicissimi e in generale preferisce una visione più lussuriosa (e antica, se vogliamo) è sempre pronta l'ampia carta. Cantina e servizio sono allineati al nuovo corso ma senza perdere nulla di quanto mostrato sino alla scorsa primavera: quindi lunga vita al San Domenico, uno dei Monumenti che tiene alta la bandiera della nostra cucina.