E' l'ora di una bistronomia italiana

4 Ott 2011, 11:50 | a cura di

Tre attesissime serate per Le Grand Fooding Milano 2011 (20, 21, 22 ottobre all'Opificio 31 di via Tortona ) evento gourmet ormai collaudato, all'insegna come sempre della più totale e divertente informalità. Sfilata di chef internazionali intorno al tema dell' identità di una cucina, la nostra, che risc

hia di essere meglio interpretata all'estero che da noi.

 

Una provocazione? L'abbiamo chiesto ad Alexandre Cammas, ideatore dell'evento che si svolge da qualche anno su diverse piazze mondiali, da Parigi a New York, a Milano.

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E se la migliore cucina italiana non fosse più fatta in Italia? Il sospetto sta circolando, perché?

Il mio parere è che in Italia la cucina sia o troppo tradizionale, congelata appunto nelle formule della tradizione (ma un po' lo capisco essendo così buona...!), oppure troppo sperimentale, molto tecnica, intellettuale, cerebrale e, nel peggiore dei casi, sradicata dalle sue origini. Tra questi due emisferi esiste un'altra opzione realizzata oggi da chef innamorati del vostro paese o provenienti dall'Italia, che all'estero stanno mettendo a punto un nuovo concetto di cucina italiana all'apparenza semplicissima (come lo è quella tradizionale) ma in realtà con nuovi innesti (prodotti locali, nuove combinazioni di sapori ...) Questa cucina praticamente assente in Italia (ma non per molto, credo) potrebbe essere considerata come l'equivalente della bistronomia francese.

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Chi pensa la interpreti meglio oggi?
Non ho avuto la fortuna di mangiare cibo italiano in tutto il mondo. So che dopo Napoli, le migliori pizze si mangiano a New York e Marsiglia, per esempio. E che in California o nell'Oregon sono sempre meglio e così pure a Londra o Parigi ...Il tutto però, leggermente rivisitato. A parte questo, a New York, la cucina italiana si è comprata un nuovo guardaroba che si integra con la città ed è più aperta, divertente, gourmand, irrequieta, organica ...

 

Lo spirito Fooding si addice alla nostra cucina?

Direi meglio: lo spirito Fooding è abitato dalla cucina italiana. Sempre più cuochi francesi amanti di Le Fooding cucinano utilizzando due o tre ingredienti facilmente identificabili in un piatto. Questa falsa semplicità è un vero dono. Essi scelgono i loro prodotti, li cuociono "al dente" (proprio come la new farmer's food americana ). Bisogna che i giovani chef italiani ne siano coscienti e che si aprano a nuovi orizzonti calcando la strada dell'infinitamente piccolo e non dell'infinitamente grandioso! Questo tipo di indirizzo, in sospensione tra due mondi, il popolare e la gastronomia, non sembra ancora esistere in Italia o lo è assai poco.

 

Raffaella Prandi

3 ottobre 2011

> Per tutte le info e il programma
www.legrandfooding.com/milano/

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