Contrordine: a volte è vero che i poveri mangiano meglio dei ricchi. Parola di nutrizionista. Noi continuiamo ad avere delle riserve

31 Ago 2023, 18:06 | a cura di
In un’intervista rilasciata alla Nazione il 31 agosto, Ciro Vestita, noto dietologo, volto televisivo e collaboratore della testata, affronta la questione sul piano scientifico. Parlando di cibo povero e consapevolezza alimentare.

Non si spegne la polemica sulla gaffe del ministro dell'agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, che nel corso di un panel sulla sicurezza alimentare al Meeting di Rimini ha dichiarato: “Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi, cercando dal produttore l'acquisto a basso costo spesso comprano qualità. Da loro (gli Stati Uniti, ndr) le classi meno agiate vengono rimpinzate con elementi condizionanti che vanno nell'interesse del venditore più che del consumatore finale. Lo vediamo con la media del sovrappeso". Le sue parole, come noto, hanno scatenato reazioni su ogni fronte, specie quello politico.

Ma come la pensa il nutrizionista?

Sul piano strettamente medico, in realtà, pare che l’affermazione – che comunque non nasce da una riflessione strutturata su quanto costi realmente mangiar bene – non sia del tutto campata in aria. Lo spiega in un’intervista alla Nazione Ciro Vestita, noto al grande pubblico anche in veste di consulente per Rai Uno di “Porta a Porta”, “Linea Verde”, “Buongiorno Benessere” e “Uno Mattina”. Senza entrare nella polemica politica, Vestita ribadisce quello che da sempre è il suo motto: “Se vuoi mangiare bene fai finta di avere pochi soldi e poco tempo a disposizione”. E parte dal cibo “povero” per eccellenza, il pesce azzurro. “Le sarde contengono ricche quantità di Omega 3 e costano 4/5 euro il chilo: perché mai dovrei far mangiare a mio figlio il tonno o la spigola che costano 40 euro al chilo e sono pieni di metalli pesanti, come ad esempio il mercurio?”. Ma cita pure i legumi, considerati “carne dei poveri”, più economici di bistecche e tagliate e altrettanto più salutari per il colon.

Il punto di vista del nutrizionista: scelte consapevoli e rispetto dell’ambiente

La questione centrale sarebbe nel fatto che "la gente non sa mangiare”. Autore altresì di numerosi saggi, Vestita già ne “L’Alimentazione ecologica” (2007) scrive di quanto sia importante imparare a leggere le etichette per “salvarsi” da pesticidi e conservanti, includendo peraltro nozioni di fitoterapia. E nell’intervista ribadisce che troppo spesso si comprano frutta e verdura fuori stagione o confezionate oltre che l’acqua nelle bottiglie di plastica, anche in aree con fonti eccelse (cita a titolo di esempio la Lucchesia, dove vive e lavora). "La raccolta degli “erbi” lucchesi con cui fare meravigliose zuppe significa assumere polifenoli in gran misura, che fanno molto bene all’organismo; altre verdure come quelle confezionate sono state trattate dall’uomo, hanno una quantità minima di polifenoli e magari contengono pesticidi". Per non parlare di spreco alimentare, che definisce “scandaloso”, e riciclo. "Consiglio, ad esempio, di mangiare la zuppa del giorno prima; non solo si risparmia ma il giorno successivo, grazie al processo di macerazione della verdure, assistiamo a una cessione di molecole molto utili al nostro organismo, come il licopene del pomodoro che ha una funzione di profilassi contro il tumore alla prostata".

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Chi è Ciro Vestita

Ma già nel 2009 in un’altra pubblicazione il medico dietologo nonché docente in Nutrizione umana e fitoterapia all’Università di Pisa affronta la questione della spesa intelligente che salva il portafoglio. In “Mangia meglio, spendi meno”, edito da Sperling & Kupfer, inanella infatti una serie di consigli con tanto di ricettario su come mangiare “buono” e bene risparmiando ed evitando le fregature, e su come contrastare - quando non letteralmente curare - svariate patologie praticando semplicemente il buon senso: latte alla spina al posto di quello confezionato, tagli di carne meno nobili ma ugualmente succulenti se ben cucinati, legumi salvacuore.

Tutto condivisibile, ma un dubbio ci rimane: e se uno non avesse la possibilità di scegliere tra latte alla spina e latte confezionato perché proprio i soldi non li ha? È innegabile che si allunghino sempre di più le file (+12%) ai centri della Caritas, un dato in linea con realtà che offrono un servizio simile, come la Comunità di Sant'Egidio che periodicamente pubblica delle guide per i poveri su dove mangiare, dormire e lavarsi (l'ultima riguarda Roma). Queste, sì, davvero utili.

 

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