Dall'Irpinia modello per l'economia circolare: olio esausto e alluminio in cambio di extravergine e caciocavallo

16 Feb 2020, 12:59 | a cura di
Il progetto del piccolo Comune di Vallesaccarda è partito nel 2014, per merito del sindaco Franco Archidiacono. L'idea è basata sul baratto e punta e incentivare il riciclo, il rispetto per l'ambiente e il valore delle piccole imprese agricole locali. Un esempio da seguire.

Vallesaccarda e l'economia circolare

Vallesaccarda è un piccolo Comune dell'Irpinia, nel cuore della Baronia, in provincia di Avellino. Neanche 1500 abitanti, vocazione agricola, storia antichissima, ma poche testimonianze rimaste a causa dei ripetuti terremoti che hanno danneggiato a più riprese il territorio irpino (l'ultimo, ben impresso nella memoria di chi abita quella terra, nel 1980). Gli appassionati di esperienze gastronomiche che valgono il viaggio conoscono Vallesaccarda per merito dell'Oasis, tavola che sa conciliare radici tradizionali e ambizioni gourmet, da oltre 20 anni. Ma più di recente il paese  si è fatto promotore di iniziative che mirano a promuovere il riciclo e insieme l'agricoltura sociale. Diventando un bel modello di amministrazione intelligente, che vale la pena raccontare. Il progetto Agricoltura di Comunità è stato avviato nel 2014 dall'amministrazione guidata dal sindaco Franco Archidiacono, e a distanza di cinque anni raccoglie i frutti di una strategia integrata, che passa dalla valorizzazione dei buoni prodotti del territorio all'educazione civica, alla divulgazione di una cultura del riciclo finalizzata a salvaguardare l'ambiente. L'originalità sta nel metodo.

Il paese di Vallesaccarda proteso sulle colline

Il progetto di riciclo. Extravergine e caciocavallo in “premio”

La prima campagna di sensibilizzazione volta a trasmettere il valore dell'economia circolare ha preso in considerazione l'olio d'oliva. Sollecitando i cittadini a consegnare l'olio esausto – quello che in casa viene spesso smaltito con leggerezza, con serie conseguenze per l'ambiente, e aggravi di costo per la manutenzione del sistema fognario – in cambio di buon olio extravergine prodotto sul territorio. Insomma, un premio garantito dall'amministrazione per incentivare la diffusione di una buona pratica: raccogliendo 5 litri di olio esausto, porti a casa una bottiglia da 750 ml di extravergine locale (il Dop Collina dell'Ufita). Mentre il prodotto prelevato porta a porta da un addetto comunale finisce nei serbatoi allestiti presso il centro di raccolta, prima di raggiungere un'azienda del beneventano specializzata nel riciclo di olio esausto. Risultato? Nel 2019 sono stati recuperati oltre 500 litri di olio alimentare da riciclare. E il buon esito dell'operazione ha incentivato la promozione di nuove iniziative esemplate sullo stesso modello. Così è stato per la raccolta di alluminio: per ogni chilo di materiale consegnato al centro di raccolta, si riceve in cambio un quarto di caciocavallo (formaggio tipico della zona, prodotto, nel caso specifico, dal Caseificio Cioria) e un barattolo di miele dell'azienda Iumara.

Un modello da seguire

Il sistema si sta rivelando particolarmente efficace nell'ambito di una piccola comunità, che ha riscoperto il valore della filiera corta, tanto nella gestione dei rifiuti, che nel sostegno alle piccole imprese agricole locali. E potrebbe facilmente essere replicato altrove (lo suggerisce anche l'analisi di un articolo pubblicato da Orticalab), come dimostrano i precedenti che hanno ispirato il sindaco di Vallesaccarda, a Capannoli (Pisa) e Fisciano (Salerno). Soprattutto perché l'iniziativa non ha solo il merito di sensibilizzare i cittadini alla tutela dell'ecosistema locale (e già questo porta vantaggi alla comunità sul lungo periodo!), ma genera anche ricchezza, sostenendo la rete di piccole attività che sono l'anima dei territori rurali. Tutto questo partendo da un'idea semplice che recupera il concetto del baratto, applicandolo a un sistema di comunità. Nell'Italia rurale, com'è gran parte del Paese, l'esempio dovrebbe fare numerosi proseliti. Chi sarà il prossimo?

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a cura di Livia Montagnoli

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