“Il biberon scaldato nel microonde avvelena i bambini”, ecco perché l’ultimo studio di settore non deve preoccuparvi (spoil: li avvelenate già voi)

27 Lug 2023, 18:57 | a cura di
In un recente articolo pubblicato su Environmental Science & Technology si dimostra il rilascio di microplastiche e nanoplastiche da contenitori di plastica e buste alimentari destinate agli alimenti dei bambini. Nulla di nuovo sotto al sole (cocente).

Prendiamo spunto da un articolo pubblicato su Environmental Science & Technology dai ricercatori dell’Università del Nebraska che hanno condotto dei test sui biberon (fatti perlopiù in polipropilene) scaldati al microonde per tranquillizzarvi: biberon al microonde o non, i nostri figli li stiamo avvelenando con le microplastiche in altri miliardi di modi. Microonde scagionato.

Cosa dice la ricerca pubblicata su Environmental Science & Technology

Nell'abstract dell'articolo in questione si legge: “Questo studio ha analizzato il rilascio di microplastiche e nanoplastiche da contenitori di plastica e buste alimentari, riempiendoli con acqua deionizzata e acido acetico al 3%, per simulare alimentari “acquosi” e alimenti acidi (il latte, ad esempio). I risultati hanno dimostrato che il riscaldamento al microonde ha causato il rilascio di microplastiche e nanoplastiche negli alimenti. È emerso che alcuni contenitori potevano rilasciare fino a 4,22 milioni di microplastiche e 2,11 miliardi di nanoplastiche da un solo centimetro quadrato di plastica in soli 3 minuti di riscaldamento al microonde”. Poi, per far comprendere la mole, continua dicendo che pure la refrigerazione e la conservazione a temperatura ambiente rilasciano da milioni a miliardi di microplastiche e nanoplastiche, ma lo fanno nell'arco di mesi. E continua: “I risultati hanno suggerito che l'assunzione giornaliera stimata per i neonati che bevono latte contenuto in contenitori di polipropilene scaldato al microonde è di 22,1 nanogrammi per kg”.

Non è questione di microonde

Risultati che fanno il paio con un altro articolo uscito sempre su Environmental Science & Technology nel 2019 dove – riassumiamo in pochissime parole – si diceva che le microplastiche sono onnipresenti e che il consumo annuale (lo studio si riferiva agli americani) vada da 39000 a 52000 particelle di microplastiche a seconda dell'età e del sesso. E queste stime aumentavano a 74000 e 121000 se si considera l'inalazione. Inoltre, gli individui che bevono solo acqua o bevande in bottiglia in plastica potrebbero ingerire altre 90000 microplastiche all'anno, rispetto alle 4000 microplastiche di chi beve acqua del rubinetto.

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Quello che non dice questo studio

Tornando allo studio più recente, questo ha poi analizzato l’effetto delle particelle di plastica sui tessuti umani. Come? I ricercatori tramite uno studio in vitro (quindi eseguito fuori da un organismo vivente) hanno dimostrato che le microplastiche e le nanoplastiche rilasciate dal contenitore di plastica possono causare, dopo solo 48 ore, la morte di quasi l'80% di cellule renali embrionali (simili a quelle di un neonato). Un dato allarmante, che però rimane incompleto perché trattasi di un test eseguito con le cellule. A oggi, purtroppo, esistono ancora poche informazioni riguardo l’impatto delle microplastiche sulla salute dei bambini, e in generale dell’uomo.

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