Drink Kong presenta uno dei più bei menu mai visti. Intervista al creatore della grafica

3 Apr 2020, 16:58 | a cura di
Il cocktail bar romano Drink Kong ha presentato il nuovo menu New Humans che, neanche a dirlo, è strepitoso. Questa volta, però, non abbiamo intervistato il barman, ma il grafico che ha creato il menu. È Alessandro Gianvenuti dello Studio Lord Z di Roma. Così quando l’emergenza sarà finita siamo pronti per andare a brindare.

Questo menu celebra i nuovi linguaggi, è un viaggio evocativo fatto di forme e colori. Il genere umano ha da sempre utilizzato simboli come proprio codice espressivo. La visione del futuro attinge dal passato per trovare la sua forma compiuta nel presente”. Si legge nelle prime pagine del menu di Drink Kong, il locale romano che a neanche un anno dall'apertura è entrato nella top 100 della classifica dei migliori cocktail bar del mondo. “Cinque sono gli archetipi che simboleggiano i sapori centrali in questo menu. Cinque frontiere del gusto per soddisfare il palato dei new humans. Tutti i nostri nuovi drink si basano sul sapore e si concentrano proprio su di esso per esaltare al massimo la cromia di gusto complessa, circoscritta nelle sue sfumature”. E conclude con il claim: “Be part of the future. Follow your instinct. Be Kong!”.

Drink Kong nuovo menu

Foto di Alberto Blasetti

Un menu, quello di Drink Kong, sui generis che meritava di essere approfondito. Abbiamo intervistato il creatore della grafica, geniale, elegante e sorprendente, Alessandro Gianvenuti dello Studio Lord Z di Roma. Così quando l’emergenza sarà finita (Drink Kong è ovviamente chiuso in queste settimane) sappiamo dove andare a festeggiare.

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Raccontaci come avviene il processo creativo di una drink list

La mia prima esperienza con una drink list è stata sempre con Patrick Pistolesi e il team di Drink Kong, quindi non ho molti termini di paragone anche perché paragonare la genesi di un menu di cocktail con altri miei lavori non avrebbe alcun senso.

Che cosa ti ha stupito di più nel lavorare con Pistolesi & team?

Evadono dal cliché del classico briefing, hanno una visione più ampia che prevede delle indicazioni ma soprattutto un costante confronto inclusivo di mille altre passioni, da quella di Patrick per il Giappone a quella comune per la storia delle popolazioni antiche. Un giorno abbiamo parlato solo di sumeri.

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Drink Kong nuovo menu

Sumeri?!

La scrittura sumera ha origine dai pittogrammi e ogni pittogramma sumero era praticamente un disegno che si riferiva a un determinato oggetto. Nel menu New Humans abbiamo seguito un po' questa logica.

Che indicazioni iniziali ti hanno dato?

Volevano rappresentare 5 categorie, ciascuna con un singolo archetipo in cui ognuno potesse rispecchiarsi.

Che intendi per archetipo?

Una forma originaria che condensa le informazioni fondamentali, le quali di fatto narrano che cos'è l'essere umano. In parole semplici è una sorta di vecchio linguaggio, di conoscenza che l'uomo ha dentro in forma innata e dunque fa scaturire delle emozioni, delle sensazioni.

Drink Kong nuovo menu

Fattivamente come ti sei mosso?

Mentre sul primo menu di Drink Kong, Reflections, ho affrontato tutto in maniera astratta facendomi guidare dal cerchio che governava la costruzione visiva, qui bisognava costruire 5 mondi all'interno di un mondo. E ognuna delle 5 macro categorie doveva rappresentare un gusto.

Le 5 macro categoria sono Holus (in latino “tutto ciò che è verde”), Kudamono (in giapponese “tutto quello che riguarda la frutta”), NewMami, Herbs & Herbs e Sukoshi (letteralmente “un po'”). Da quale sei partito?

Dal Newmami. Non appena me l'hanno raccontato, ho abbozzato un archetipo e un colore, lì abbiamo subito capito di essere allineati. Che poi è la categoria che mi ha colpito più di tutte perché è il territorio meno conosciuto e che dunque fa emergere tanti dubbi.

Una volta decisi gli archetipi (le 5 macro categorie) su cosa ti sei concentrato?

Ho creato il simbolo e poi la parte cromatica. Dopodiché è stata la volta dei drink, spesso chiamati con nomi di divinità.

Drink Kong nuovo menu

Ogni macro categoria contiene dai 4 ai 5 drink.

Sì, questi li ho rappresentati attraverso delle immagini, o meglio delle foto lisergiche che trasmettono una sensazione che ha a che fare con il drink ma che non sveli troppo. Forse l'unica foto che corrisponde direttamente al drink è la sezione del kiwi per rappresentare l'Ultrakiwi. Poi la pagina affiancata alla foto ha sempre il nome e il simbolo della macro categoria, il nome del drink e l'aggettivo, la parola o la micro frase che lo descrive. È una sorta di un pay off del drink.

La cover è totalmente nera con il solo logo di Drink Kong in rilievo. C'è un motivo?

Da sempre abbiamo immaginato una copertina nera che è un colore “riservato” ed elegante, e che tra richiama il locale. Ci piaceva l’idea di un Black Book, una specie di manuale, di vecchio libro ritrovato. Inizialmente doveva avere un altro logo, sempre legato a New Humans, ma poi abbiamo optato per il solo gorilla di Drink Kong a rilievo, un qualcosa che fosse anche tattile. Dopodiché, prima dell'esplosione cromatica, abbiamo voluto dare un'altra indicazione alle persone dividendo i drink in Light, Body e Complex basandoci sulla loro struttura.

Drink Kong nuovo menu

Hai riferimenti con altri cocktail bar?

Chiaramente prima di iniziare un progetto faccio ricerca anche per vedere quel che fa chi è più bravo di me. Per questo menu mi sono ispirato, solo per la parte organizzativa (come dare i giusti strumenti ai clienti) a quello del londinese Lyaness. Poi abbiamo principalmente guardato le tavole con le quali si studiavano i colori in Giappone e tantissimi libri scientifici, in modo tale di allargare il territorio di confronto con lo spettatore.

Non a caso il menu termina con una sorta di glossario.

Esatto, con tutti gli ingredienti dei vari drink e i bicchieri utilizzati. Era un modo per dare ai clienti gli strumenti per scegliere consapevolmente il proprio drink senza svelare tutto subito.

Drink Kong nuovo menu

Quanto è durato il processo creativo?

Abbiamo cominciato a parlare del progetto a dicembre.

Li hai assaggiati tutti i drink?

Assolutamente sì. È fondamentale in tutte le cose che faccio, a maggior ragione in questo caso ché i due processi creativi, quello dei drink e del menu, sono andati avanti di pari passo. Poi i drink di New Humans sono totalmente inediti, non ci sono rivisitazioni per intenderci, quindi assaggiarli era d'obbligo e ha rappresentato la chiave decisiva per portare a termine il lavoro.

a cura di Annalisa Zordan

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