Pasqua, 25 aprile e primo maggio. Un'infilata di feste una dietro l'altra che sono state occasioni di riunioni tra amici e parenti celebrate intorno al tavolo, tra piatti della tradizione, grigliate all'aria aperta o pranzi e cene in ristoranti e trattorie, complici anche le gite in città d'arte o le passeggiate fuori porta. Un'osanna di piatti golosi, brindisi e dolci che hanno pesato sulla bilancia degli italiani, e non solo in senso figurato. Se da una parte, infatti, gli aumenti dei prodotti alimentari hanno gravato sulle nostre tasche nei giorni di festa – con aumenti di circa il 10% secondo dati riportati da Coldiretti, che valutava di 76 euro a famiglia la spesa domestica per la sola Pasqua – dall'altra le grandi sessioni a tavola sono state un attentato alla linea. Forse anche perché la cucina italiana, soprattutto quella delle grandi occasioni, è tra le più caloriche al mondo, subito dopo quella cinese. E così, il mito della dieta mediterranea viene messo in crisi dalle tavole della festa ancor più se si presentano a distanza ravvicinata, senza quindi la possibilità di ammortizzare l'esubero di calorie tra una sessione e l'altra.
Dieta per 16 milioni di persone. Sì ma come
Che fare allora? Per 16 milioni di persone la risposta è semplice: “mi metto a dieta”, decisione saggia, se non fosse che mettersi a dieta senza un criterio preciso, il consulto di un medico e nutrizionista, può essere dannoso tanto quanto mangiare in modo irresponsabile. Secondo Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), il 75% di coloro che inizieranno una dieta lo farà reperendo informazioni online, modificando le proprie abitudini alimentari senza rivolgersi a un professionista del settore. Con conseguenze anche importanti per la salute, dalla generica spossatezza, al mal di testa, passando per crampi o problemi renali, frequenti nelle diete iperproteiche particolarmente sbilanciate. Senza procurare inutili allarmismi, ricorda ancora Sima che sono 950mila le persone in Europa che ogni anno perdono la vita a causa di diete alimentari sbagliate e malsane.
I costi delle diete e della cattiva alimentazione
Tra i tanti alleati delle diete fai da te, ci sono i cibi cosiddetti dietetici – senza zuccheri aggiunti, senza grassi o con minore contenuto di grassi e così via – che rappresentano un business importante, di oltre 14 miliardi di euro, sempre secondo le stime della Sima che segnala che solo per gli integratori alimentari la spesa nel nostro paese ha toccato i 4 miliardi di euro, mentre i farmaci per la perdita di peso registrano - a livello globale - un aumento del +25% nel primo trimestre del 2023. Insomma, l'Italia si sta allineando a tutti gli altri paesi dell'occidente industrializzato dal punto di vista della cattiva alimentazione: secondo l’Italian Barometer Obesity Report, infatti, più di 25 milioni di persone sono sovrappeso, e circa 6 milioni - il 12% della popolazione - sono obesi, con una differenza tra sud (14%) e Centro e Nord-Ovest (10,5%). Non dimentichiamo che la cattiva alimentazione riguarda tutti, perché le patologie connesse alla cattiva alimentazione e all'obesità incidono fino al 10% sulla spesa sanitaria pubblica, con un impatto sulle casse statali di circa 13 miliardi di euro annui.