Italiani ubriachi di acqua minerale: produzione oltre i 16 miliardi di litri e primato europeo di consumo annuo

29 Ago 2023, 17:27 | a cura di
Produzione, consumi, export, trend e tendenze di uno dei fiori all’occhiello dell’agroalimentare italiano. Un mercato in costante crescita che vale miliardi di euro.

C’è anche l’acqua minerale tra i fiori all’occhiello del made in Italy. Ne va fiera Mineracqua, la Federazione italiana delle industrie di categoria che ragiona sui dati di Beverfood.com. “Da 30 anni il mercato è in crescita costante, ad eccezione del biennio 2020-2021 a causa del Covid”. E anche nel 2022, anno della “tempesta perfetta” che ha travolto i mercati a causa della guerra in Ucraina, il trend è stato positivo. “I volumi continuano a salire – fa il punto Mineracqua – siamo arrivati a una produzione complessiva annua di 16 miliardi e mezzo di litri, di cui quasi 15 miliardi di consumi interni, con una crescita superiore all’8% rispetto al 2022 e un giro d’affari totale di 3 miliardi e 100 milioni di euro. E con un consumo pro capite annuo di 252 litri, consolidando il primato storico a livello europeo”.

Export-Import di acqua

Italiani grandi bevitori di acqua confezionata. Ma non è l’unico nostro primato. L’Italia è il secondo Paese esportatore europeo di acqua minerale. “Un export importante – afferma Mineracqua – 1.600 miliardi di litri, quasi il 10% della produzione, distribuiti in Europa e soprattutto nei mercati extra UE, in testa gli Usa, con San Pellegrino e Panna, espressione del made in Italy, sulle tavole di tutto il mondo”. E con ottime performance off erte dalle acque minerali gassate, “segmento nel quale l’Italia è primo esportatore europeo, con posizionamento premium per le caratteristiche qualitative e il design elegante”. Un trend positivo nel quale si inserisce anche la posizione di tutto rispetto che la nostra industria delle acque minerali si sta recentemente ritagliando nell’ambito dell’alta ristorazione italiana all’estero. Riguardo all’import, “dall’estero arriva quasi nulla, e solo per il segmento di nicchia, soprattutto due acque, Evian e Perrier (rispettivamente gruppo Danone e gruppo Nestlé, n.d.r.)”.

Normativa, classificazione e preferenze di acqua in Italia

Il mercato italiano delle acque confezionate è rappresentato per il 98% dalle acque minerali (il 2% da quelle di sorgente e trattate). In base al decreto legislativo 176 del 2011, che recepisce in Italia la direttiva quadro europea 54 del 2009, le acque minerali sono classificate in base a due parametri: quantità e qualità dei sali minerali; grado e modalità della frizzantezza. Le acque “leggere” oligominerali o leggermente mineralizzate (residuo fisso a 180°C non superiore a 500 mg/l) e le minimamente mineralizzate (residuo fisso non superiore a 50 mg/l) sono quelle più consumate in Italia (74%), mentre quelle medio minerali e ricche di sali minerali (residuo fisso superiore a 1500 mg/l) si spartiscono la restante fetta di mercato. Anche le acque “lisce” non gassate (cosiddette naturali) sono quelle preferite dai consumatori (70%), soprattutto a livello domestico. Le frizzanti vanno forte nella ristorazione, con recenti buone performance delle effervescenti naturali.

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I colossi italiani dell'acqua

In Italia ci sono oltre 80 aziende, che gestiscono intorno ai 130 stabilimenti di produzione di acque minerali e imbottigliano lisce e gassate di 225 marche diverse vendute perlopiù nella gdo (76%). A monopolizzare la metà abbondante del mercato sono 4 gruppi (San Benedetto, Sanpellegrino, Sant’Anna e Ferrarelle) che aggiunti ai gruppi Congedi, SGAM-Lete, Spumador e San Bernardo, coprono quasi il 70% del totale. Una decina di marchi (Sant’Anna, Levissima, San Benedetto, Ferrarelle, Rocchetta, Uliveto, Lete, S. Pellegrino, Panna, VitaSnella, Guizza) sono distribuite in tutta Italia ritagliandosi a volume una fetta del 55- 60%. Il resto del mercato è coperto da oltre 200 marche regionali e locali. Storico leader del mercato italiano delle acque minerali è Sanpellegrino (appartenente alla multinazionale Nestlé), attualmente con 3 marchi: la frizzante S. Pellegrino, la naturale Panna, l’oligominerale Levissima. Seguono San Benedetto (che possiede, oltre all’omonima acqua, anche Guizza e 5 brand regionali tra i quali Acqua di Nepi), Sant’Anna (che ha legato il suo nome a una delle acque più leggere in distribuzione) e Ferrarelle (leader nel mercato delle effervescenti naturali).

I plus dell’acqua minerale italiana

Come riporta il report di Beverfood.com, il successo dell’acqua minerale italiana è dovuto all’alta qualità, alla purezza originaria, alla grande varietà tra lisce, effervescenti naturali, frizzanti e frizzantissime, oligominerali e non. “Pochi altri Paesi possono vantare la stessa ricchezza di tipologie” è il commento di Mineracqua. Un altro fattore positivo, che incide soprattutto sull’export, è il prezzo medio (0,21 euro al litro) tra i più bassi rispetto a quelli degli altri Paesi europei: addirittura un terzo in confronto a quelli praticati nel Regno Unito, mediamente intorno allo 0,73 euro al litro. Talvolta con un’escursione notevole di costo a parità di prodotti (provenienti dalla stessa fonte ma imbottigliati con marchi differenti), dovute al potere del brand e alla forza della distribuzione. Quindi occhio all’etichetta.

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