L'Amatriciana candidata all'Unesco. La promessa del ministro Martina

1 Ago 2017, 08:18 | a cura di

Il 29 luglio c'erano tutte le istituzioni riunite per celebrare l'inaugurazione del polo della ristorazione di Amatrice progettato da Stefano Boeri. Già pronti a ripartire 3 ristoranti, presto apriranno anche gli altri. E intanto Martina si spende per valorizzare il piatto simbolo del terremoto: l'amatriciana. 


Il nuovo polo della ristorazione. Si ricomincia

E così, da un paio di giorni, i ristoranti storici di Amatrice sono tornati a servire in tavola. Poco meno di un anno, c'è voluto, per tornare a celebrare quel rituale che prima del sisma dello scorso 24 agosto attirava nella cittadina laziale della provincia reatina schiere di estimatori di uno dei primi piatti più celebri della tradizione italiana: l'amatriciana. Delle otto attività che animeranno la piazza di Amate Amatrice, in realtà, solo tre (il Ristorante Roma della famiglia Bucci, Da Patrizia, Da Giovannino) si sono presentate pronte ai blocchi di partenza sabato scorso, in occasione dell'inaugurazione ufficiale dello spazio progettato da Stefano Boeri. Ma le autorità, come le voci di rappresentanza di chi l'operazione l'ha resa possibile, erano tutte lì, tra le strutture antisismiche in legno arrivate dal Friuli Venezia Giulia, dove presto le attività gireranno a pieno regime. Del resto proprio la rinascita degli esercizi commerciali – e quindi il ripristino di un'economia che moltissimo doveva alle risorse agricole del territorio – dovrebbe trainare il ritorno alla normalità per tante piccole comunità che l'estate scorsa, oltre alla tranquillità, perdevano tutto, da un giorno all'altro. Lo sa bene il sindaco Sergio Pirozzi, uno dei più battaglieri sin dall'inizio, che della riapertura dei ristoranti di Amatrice si è detto molto orgoglioso.

 

L'amatriciana sarà patrimonio Unesco?

Lo sa il Ministro alle Politiche Agricole Maurizio Martina, che durante la cerimonia inaugurale del Polo di Ristorazione di Amatrice ha annunciato “l'intenzione di candidare la tradizione amatriciana a patrimonio Unesco nell'ambito degli obiettivi del 2018”, anno che l'Italia dedicherà al cibo e alla valorizzazione della tavola made in Italy, come anticipato nei mesi scorsi. Un gesto simbolico, certo, che fa morale in nome di una tradizione che mette tutti d'accordo, quella della “vera” pasta all'amatriciana, di cui in passato cittadini, ristoratori e istituzioni di Amatrice si sono fatti strenui paladini, contro i tentativi di imitazione e rivisitazione (e noi la “perfetta amatriciana” cercavamo di metterla nel piatto con i consigli dei produttori locali a pochi giorni dal sisma). La procedura dovrebbe dapprima portare al riconoscimento dell'amatriciana come Stg, specialità tradizionale garantita, e poi mirare al riconoscimento Unesco per il valore di una pratica tradizionale che esprime la cultura del territorio e la storia della comunità locale.

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Produttori, allevatori, aziende agricole. La ripresa dell'economia rurale

Nel frattempo, però, si lavora anche per ripristinare il tessuto rurale danneggiato dal terremoto; tanto abbiamo parlato dei danni gravi e molteplici subiti da produttori, allevatori e proprietari agricoli, messi in ginocchio dal crollo delle strutture di ricovero degli animali, dallo stato in cui ancora versano molte infrastrutture, dalla difficoltà di riprendere la produzione dopo gli sforzi economici sostenuti per rimettersi in gioco. Una storia che tristemente si ripete, e accomuna tanti volti del Centro Italia terremotato: così era stato in Abruzzo, così in Umbria, Marche, Lazio. La forza di volontà non è mai venuta meno, ognuno ha cercato espedienti concreti per rialzarsi, ingegnandosi per tornare al lavoro quanto prima. Molte di queste storie, che spesso sono anche begli episodi di solidarietà, ve le abbiamo raccontate negli ultimi mesi, dall'Aquilano che riparte all'Umbria dell'azienda Alberti Guido, alla birra dei monaci di Norcia, al festival Risorgimarche, che si avvia a conclusione. E il sostegno delle istituzioni? A tracciare un bilancio è ancora una volta il ministro Martina, che si pronuncia sugli aiuti economici al comparto agricolo: “Abbiamo completato i pagamenti degli aiuti diretti straordinari aggiuntivi per oltre 3800 agricoltori e allevatori delle terre colpite. Uno stanziamento complessivo di 28 milioni di euro”. 

 

a cura di Livia Montagnoli

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