Nuove aperture vegan a Roma. Caffetterie, cocktail bar e steakhouse

18 Feb 2023, 10:58 | a cura di
È in pieno fermento la scena gastronomica vegana di Roma: tra ristoranti e pasticcerie, ecco tre format insoliti di apertura recente da tenere d’occhio.


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La rivoluzione vegana a Roma

Eppure, fino a qualche anno fa chiunque avrebbe scommesso su Milano. La frizzante, dinamica Milano sempre attenta alle nuove esigenze della clientela, con una ristorazione composita capace di aprirsi sempre più alle tendenze del momento e i sapori del mondo. Ma ormai da anni è assodato: è Roma la città più vegan friendly d’Italia. Nuove aperture sui generis sono approdate in ogni angolo, in periferia e persino fuori città, ai Castelli Romani. Non più solo ristoranti, ma anche locali per prendere un aperitivo, una pinsa, fare un brunch americano in chiave vegetale, negozi per la spesa che ricordano gli alimentari di un tempo, come Vegustibus a Garbatella. Pizzerie a taglio per la classica teglia romana, come quella di Al Pachino in via della Bufalotta, oppure la pinsa di Veghometro a Ostiense, ma anche ristoranti adatti a cerimonie come Agrolago a Trevignano Romano, insegne ormai storiche come Romeow Cat Bistrot, tra i primi locali a credere in un nuovo tipo di ristorazione, che offre ancora oggi una delle migliori cucine vegetali della città. E ora arrivano anche fast food innovativi, caffetterie di stampo americano, cocktail bar che continuano ampliare la lista (in aggiornamento) dei locali vegan di Roma, con formule sempre diverse.

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Snug – The Comfort Café, la caffetteria vegana gentile

Lo scorso 12 ottobre è stata la volta di Snug – The Comfort Café al Villaggio Prenestino. La parola d’ordine qui è una sola: comfort, negli arredi e nell’offerta. Tutto nasce dall’esperienza della titolare Ilaria Belbusti negli Stati Uniti: “Quando si parla di pasticceria americana, si pensa sempre a torte in pasta di zucchero elaborate, ma in realtà c’è molto di più. I locali, poi, sono così accoglienti, caldi, intimi…sono posti che invogliano a tornare”. E per lei, per cui la pasticceria è sempre stata una coccola, “un gesto di gentilezza verso gli altri, e anche me stessa”, l’apertura di un locale tutto suo è stata inevitabile. Dopo gli studi di lingue, qualche esperienza in cucina e un corso di pasticceria, ha cominciato a scrivere il suo business plan: è stato allora che si è resa conto dell’impatto ambientale che avevano uova e latte, “ho cominciato a cercare alternative più etiche, e così ho scoperto tanti altri aspetti dell’industria casearia. Ho iniziato ad approfondire la filosofia vegana, ho deciso di abbracciarla e di riportarla anche nella caffetteria: ciò che amavo in America era la sensazione di benessere che provavo nei locali, ma volevo che questa forma di gentilezza fosse rivolta a tutti, non solo ai clienti. Volevo un locale che fosse gentile anche con gli animali”.

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L’America al Villaggio Prenestino

Una zona ancora poco battuta dal mondo della ristorazione, quella del Villaggio Prenestino: potrà funzionare un simile format? “Sta andando ben oltre le mie aspettative. Continuano a venire persone nuove, ci sono clienti che tornano, e non solo vegani. La gente è incuriosita e non è abituata a un locale simile qui”. Ma veniamo all’offerta: da Snug si può mangiare a tutte le ore, dalla colazione – con banana bread, brownies e torte a fette – al brunch, “i nostri bagel vanno molto”, fino all’aperitivo, “abbiamo ricreato 10 cocktail iconici americani, più una lista che cambia periodicamente seguendo gli itinerari on the road più famosi degli Stati Uniti, come il whisky aromatizzato al burro di arachidi, omaggio all’Alabama”. Si trovano poi panini, “il Reuben sandwich, per esempio, panino anni ’30 che facciamo con un affettato di rapa rossa”, l’insalata louisiana di patate, il pulled pork vegetale del North Carolina, e il Moist Maker, “nato da una puntata di Friends in cui vengono usati gli avanzi della cena del Ringraziamento come farcia”, o il double decker con tacchino vegetale, salsa cranberry e pane inzuppato nella salsa gravy. Un biglietto solo andata per gli States comodamente seduti sulle poltroncine del bel locale nella periferia Est della Capitale. “Molte persone arrivano da quartieri lontani… io stessa da vegana percorro chilometri per provare posti che condividano la mia stessa filosofia”. I suoi preferiti? “Romeow Cat Bistrot e Nativa come ristoranti, Wani per i cornetti – impareggiabili – e Lilimpo’s Bakery per una pasticceria classica che non stanca mai”.

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Radici Cocktails & Beer, il cocktail bar ad Albano Laziale

Cambio di set, Castelli Romani. Territorio di borghi e tradizioni antiche, cucina popolare celebrata nelle famose fraschette, una zona che negli ultimi anni ha fatto parlare di sé grazie a una serie di nuove insegne innovative che stanno cambiando il panorama locale - con Sintesi in testa che ha fatto conquistare ad Ariccia la sua prima Stella Michelin, non prima di essere nominata tra Novità dell'Anno nella guida Roma e il Meglio del Lazio del 2021. In questa zona poco fuori Roma lo scorso novembre è arrivato Radici Cocktails & Beer, cocktail bar vegano creato dalla coppia Simeone Sorgente e Keele Taylor: un passato nella ristorazione a Londra, un amore per la mixology e per il fatto in casa, ed ecco che nell’estate 2022 tornano in Italia con un nuovo progetto. La sede perfetta la trovano ad Albano Laziale, un locale con archi a volta e mattoncini a vista, che decorano con gusto e dedizione, usando oggetti riportati da Londra e pescati nei mercatini dell’usato, facendo le candele in casa, creando miscele profumate per accogliere i clienti in uno spazio familiare, “dove potersi sentire a casa”, spiega Simeone. Il nome fa riferimento al loro amore per la natura ma anche alla loro volontà di voler mettere radici in Italia, “siamo entrambi vegani ma qui vengono un po’ tutti. Il nostro è un menu piuttosto ricco, la risposta per ora ci sembra buona”.

I cocktail italiani, l’animo britannico e la ristorazione ai Castelli

Da Radici ci si ferma per un aperitivo con taglieri abbondanti – salumi, formaggi e fritti vegetali – ma anche per un panino o un kebab plant-based, “i prodotti vegani oggi sono ben fatti, il livello si sta alzando sempre di più e le proposte riescono a conquistare tutti”. La parte del leone la fanno i drink, passione di Simeone, “tutti preparati con ingredienti italiani, gin e distillati locali ancora poco conosciuti”, ma ci sono anche birre artigianali e vini. Ha aperto da pochi mesi, ma il bar può già vantare una fetta di clientela di fiducia, “abbiamo avuto una buona pubblicità anche grazie agli influencer e i blogger che hanno parlato di noi”. La vita ai Castelli Romani? “Meglio di quanto si possa pensare. Molti credono che qui le persone ricerchino solo una cucina vecchio stampo, ma non è così”. L’offerta vegana, infatti, continua a crescere, “ci sono Prato di Sopra a Grottaferrata, Borgo Verde a Frascati e Osteria Veggente a Marino che offrono bei piatti”. I ristoranti preferiti del duo italo-britannico, però, si trovano a Roma: Rifugio Romano, Buddy e anche Bambu Chinese Brasserie a Ostia, “locale non 100% vegetale ma che offre una bella selezione”. Per la coppia, però, il Regno Unito resta al primo posto per quantità e qualità dei prodotti nei supermercati, “dove si trovano molte più opzioni”. Il tocco British, naturalmente, non mancherà da Radici, “per la festa di San Patrizio organizzeremo un menu a tema, poi col tempo introdurremo altre specialità per far conoscere la vera cucina inglese”.

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Impact Food, la steakhouse vegetale senza rinunce

Proposte golose che non facciano sentire la mancanza delle proteine animali. È così che si costruisce una ristorazione vegetale ben fatta, una tavola che non sia più etichettata come vegana o vegetariana, ma che offra “semplicemente” una buona cucina. È da questo principio che è partita la squadra di Impact Corp – brand ideato per vivere la sostenibilità senza rinunce – per creare Impact Food, steakhouse aperta lo scorso dicembre a Roma, in zona Parioli. “Non amiamo molto le etichette e non sentiamo la necessità di definire vegano il locale”, racconta Alessandro Thellung de Courtelary, socio fondatore insieme a Giuditta Di Cosimo e Federica Testa, “il nostro obiettivo era creare un locale che non fosse esclusivo, e infatti il nostro cliente medio non è nemmeno vegano”. Riavvolgiamo il nastro e torniamo a quattro anni fa, quando i tre amici hanno cominciato a lavorare al progetto: “Veniamo da ambiti diversi, ma siamo accomunati da un’attenzione particolare all’ambiente. Cambiare abitudini è più semplice di quanto pensiamo: bere da un bicchiere compostabile anziché da uno in plastica non costa nulla. Ma per il cibo è diverso, la cucina porta con sé un aspetto culturale profondo, da non sottovalutare”. Sapori e profumi evocano ricordi potenti, che meritano di essere custoditi, “per questo abbiamo voluto riproporre prodotti di origine animale in chiave vegetale, così che i clienti non associno un’alimentazione diversa a delle rinunce”.

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La carne stampata in 3D e la sostenibilità

Impact Food nasce per questo, per permettere di ridurre il consumo di carne in maniera più facile. Come? Con la tagliata, per esempio, cavallo di battaglia del locale: carne stampata in 3D prodotta dall’azienda Redefine Meat, “la consistenza è straordinaria, davvero verosimile anche nel collagene, che sembrava impossibile da riprodurre”. Ci sono poi gli hamburger, “non stampati ma prodotti comunque con lo stesso processo”. Come una qualsiasi steakhouse, qui la carne viene proposta nelle diverse tipologie, “spiegando le differenze tra i tagli, raccontandone profumi e sapori… qui non ci si chiede più se il prodotto somigli o meno alla carne, ma quale tipo ricordi di più, se agnello o maiale. Per noi è una vittoria”. Due le proposte del locale: opzioni da fast food per il pranzo, “che rimangono disponibili anche il pomeriggio, quando si può fare aperitivo o merenda”, e piatti più elaborati per la cena, come la tagliata o la cacio e pepe, i burger, i bucatini al ragù e il pulled pork. Non mancano panini, wrap, insalate e fritti, con ingredienti di diverso tipo, “usiamo anche prodotti di finta carne come Heura o Beyond Meat”, abbinati tra loro nelle ricette studiate dallo chef Luca Andrè di Soul Kitchen a Torino, “per me il miglior ristorante vegano d’Italia”. Ha aperto da pochissimo, Impact Food, ma il successo è stato immediato, “al punto che i nostri fornitori ci hanno chiesto di fare vendita diretta dei loro prodotti, tanto stanno funzionando”. Merito anche di una comunicazione social efficace, ironica e colorata proprio come l’ambiente, “le sedie sono fatte con plastica riciclata e tutto il packaging è compostabile”. Un’altra insegna, insolita, che va ad arricchire il panorama capitolino, “è bello vedere che Roma si sta aprendo così tanto a una cucina diversa. Il mio preferito resta il Romeow Cat Bistrot”. Ma in cantiere ci sono già nuove idee per altre sedi, non solo nella Città Eterna, “dobbiamo studiare con attenzione, ma abbiamo molti progetti per il futuro”.

Snug – The Comfort Café – Roma – via Fosso dell’Oso, 363/361 - facebook.com/snugthecomfortcafe

Radici Cocktails & Beer – Albano Laziale (RM) – Vicolo del Macello, 26 - facebook.com/profile.php?id=100063863271484

Impact Food – Roma – viale Maresciallo Pilsudki, 86 - impactcorp.it/impact-food/

a cura di Michela Becchi

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