Dalla posizione nello scaffale al colore dell'etichetta. I 5 segreti infallibili di neuromarketing per vendere il vino

1 Set 2023, 11:24 | a cura di
Dalla coerenza cromatica con il vino rappresentato alla completezza di informazioni nella retro-etichetta. Qui cinque elementi per costruire un’etichetta di successo.

Nel numero speciale del settimanale Tre Bicchieri dedicato al neuromarketing abbiamo pubblicato una summa di tutti gli interventi fatti nel corso dell'anno da Vincenzo Russo, professore associato di Psicologia dei consumi e neuromarketing e responsabile del Centro ricerche di neuromarketing, behavior and brain lab presso lo Iulm di Milano. Nello specifico si tratta dei suoi interventi utili a capire in che modo i consumatori siano influenzati nella scelta di un prodotto rispetto ad un altro. Certo, è impossibile avere la formula magica per vendere il proprio vino ma, come abbiamo imparato attraverso le pillole di Russo, esistono delle “scorciatoie” che, in qualche modo, guidano l’acquisto. Qui trovate cinque elementi per costruire un’etichetta di successo.

I cinque elementi per costruire un’etichetta del vino di successo

Visibilità ipotizzata sullo scaffale

Questa variabile è valutata in base al colore, alla forma o alla texture dell’etichetta. Si analizza se vi sono elementi di per sé attrattivi per il cervello, come per esempio dei caratteri cromatici in lucido su carta materica, oppure la presenza di immagini, simboli o stemmi colorati in grado di “fare uscire” l’etichetta da uno scaffale in cui vi sono tanti altri prodotti con etichette simili.

Coerenza cromatica dell’etichetta e del suo prodotto

La possibilità di trovare sintonie cromatiche che possano anticipare o in parte influenzare l’esperienza gustativa. Un’etichetta tendente al rosso o al bordeaux per un vino bianco fresco è distanziante e fuorviante.

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Completezza di informazioni nella retro-etichetta

Ricordiamoci che il consumatore medio non ha competenze specifiche e l’indicazione dei sentori e dei profumi è determinante. Come lo è anche qualche informazione sull’azienda (biologica o meno) e sul territorio di provenienza, nonché gli abbinamenti suggeriti.

Brand identity

L’etichetta deve essere capace di raccontare una storia rispettando i limiti dei consumatori. Un esempio di sicuro è l’etichetta parlante del Marsala Florio. A volte si è talmente volenterosi di raccontare tante cose (il nome del vino, il nome dell’azienda, il nome del brand, il nome del territorio) che il consumatore non riesce a capire chi è che vende il prodotto, la sua brand identity.

Design dell’etichetta

Qui si apre il vaso di pandora. Non esistono criteri generali di qualità e di bellezza ma si possono usare i trend di consumo per indentificare gli elementi di gradevolezza in uno specifico momento e contesto culturale.

Scopri tutti i contenuti sul neuromarketing nel numero speciale del settimanale Tre Bicchieri del 31 agosto 2023 

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