I mesi caldi, per il Gambero Rosso, coincidono con le battute finali della Guida Vini d'Italia, si va dalle selezioni regionali alle finali nazionali, quelle in cui vengono decretati i migliori vini della Penisola. Mentre procede il nostro girovagare tra le migliori produzioni vitivinicole nostrane, si fa il punto delle diverse aree produttive, come nel caso dell'Abruzzo.
Se fossimo produttori abruzzesi, probabilmente scommetteremmo sul Cerasuolo, secondo noi il vino del futuro. Il Cerasuolo ci riconcilia con il montepulciano: la ricchezza, la potenza materica viene imbrigliata in vini leggeri che, nelle migliori versioni, non perdono nulla dell'energia del vitigno, anzi la incanalano verso la giusta direzione. Ovviamente stiamo parlando delle versioni veraci, quelle più identitarie; perché note dolenti ce ne sono anche in questa tipologia.
Il Cerasuolo d'Abruzzo, tra note dolenti e previsioni per l'annata 2022
Uno: il colore. È inutile, e probabilmente anche controproducente, snaturare il Cerasuolo scaricandone il colore: un Cerasuolo dovrebbe essere color "cerasuolo"; per i rosati scarichi, buccia di cipolla, alla moda provenzale, ci sono altre denominazioni, e non tutti devono per forza produrre tutto, solo per completare la gamma e compiacere il mercato. Due: troppe volte ci siamo trovati davanti a Cerasuolo che profumano come negozi di caramelle: forse lasciare un po' più a briglia sciolta il montepulciano, almeno in questa tipologia, sarebbe più gradito.
Detto questo, sono tanti i vini con cui ci siamo divertiti, tanto che li abbiamo assaggiati anche a tavola dopo le lunghe, e faticose, giornate di degustazione. La 2022, poi, per la tipologia, ci è sembrata anche una buona annata, con diverse etichette succose e fragranti. Ora aspettiamo le nostre finali per i verdetti.