Monopoli ed E-commerce. Il mercato del vino in Svezia

19 Mar 2013, 11:59 | a cura di

Negli ultimi anni le aziende statali in Svezia sono state privatizzate, l’apparato dello stato sociale si è reso più snello e le tasse sono scese. Invece Systembolaget, il Monopolio delle vendite di vino e superalcolici, rimane un punto

fermo nella società svedese e sembra immune a nuove riforme.
Nel 1829 gli svedesi bevevano 46 litri di vodka all’anno a testa, bambini inclusi. I problemi correlati al consumo eccessivo di alcol erano enormi. Così, nel 1850 nella cittadina di Falun, nel nord del Paese, nacque l’organizzazione Systembolaget, che limitava i consumi dell’alcol e che ridistribuiva alla popolazione i guadagni derivanti dalle vendite. In un mercato libero come quello svedese i politici sostengono che sia necessario che Systembolaget continui ad esistere per il controllo della salute della popolazione. Anche la Commissione dell’Unione Europa stabilì nel 1995 che Systembolaget avesse diritto a mantenere il monopolio delle vendite dirette sul territorio svedese, anche se, nello stesso anno, fu tolto il monopolio sulle importazioni, esportazioni e vendite ai ristoranti, fino ad allora controllato da Systembolaget.

 

Se non ci fosse il monopolio, citando un documentario informativo sul sito della società, aumenterebbe la violenza correlata all’alcol, il numero degli incidenti stradali e altri eventi negativi collaterali. “Questi dati sono sostenuti da ricerche discutibili” dice Per Karlsson, giornalista enogastronomico “tuttavia due svedesi su tre sono favorevoli al Monopolio. Ciò non è affatto strano visto che ogni anno vengono spesi milioni di euro in propaganda politica su questi temi”.

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Oggi Systembolaget ha in totale 421 punti vendita distribuiti sul territorio svedese. Nel 2011 circa un quinto di questi dichiarava un risultato negativo. Ma a differenza di altre attività commerciali, l’esistenza di questi negozi non basa la propria esistenza sul profitto, bensì sul disincentivare i clienti dal consumo eccessivo. A tal fine al loro interno non ci sono pubblicità, non ci sono frigoriferi pieni di birra (verrebbe voglia di consumarla subito) e sono chiusi sabato pomeriggio e domenica. Il limite d’età per aver diritto a comprare vino ed alcol è di venti anni e il controllo dei documenti è molto rigoroso.

 

Oggi gli svedesi bevono circa 14 litri di alcol a testa all’anno: la media di un bicchiere al giorno. Pasteggiano sempre più con il vino, anche durante la settimana e non soltanto nel weekend, la normalità fino a poco tempo fa. Secondo Sofia Ruhne, proprietaria dell’Azienda Agricola il Terreno che produce Chianti Classico e dell’agenzia importatrice Storia Wine, lavorare con Systembolaget è positivo perché il Monopolio è professionale e serio, ma al contempo diventa rischioso perché gran parte della produzione viene venduta tramite quest’organizzazione che non segue le logiche del libero mercato, rischiando così di essere tagliata fuori.

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Ma cosa e come bevono gli svedesi?Non sono consumatori fedeli ma al contrario altamente mobili sul mercato” sottolinea Jörn Ek - communication manager presso l’importatore svedese Arvid Nordqvist - “dopo un dominio di quasi cinque anni dei vini provenienti dal Sudafrica, nel 2011 è salita al primo posto l’Italia, con una percentuale pari al 20% del mercato circa. Molto probabilmente il consumatore si comporta così perché la Svezia non ha una tradizione enologica. I vini preferiti sono quelli con un alto residuo zuccherino come l’Amarone e lo Zinfandel. Anche i vini spumanti come il Metodo Classico, lo Champagne ed il Prosecco vanno bene”. Per quanto riguarda il packaging gli svedesi sembrano adattarsi meglio di altri paesi alle novità. Lo conferma il fatto che circa il 60% dei vini venduti sono Bag in Box e il 7% in Tetra Pak. Tappi naturali, a vite o di plastica non sembrano incidere sulla scelta del consumatore. Guardano invece con attenzione al prezzo. La maggior parte dei vini venduti, circa il 22%, ricadono nella fascia di prezzo tra 6-7 euro, mentre quelli che costano più di 10 euro hanno una percentuale di vendita pari a 12,2%.

 

L’ultima sfida al Monopolio svedese? Sono i negozi che vendono vino e superalcolici tramite internet. L’apertura del mercato on line è stata possibile grazie a una legge dell’Unione Europea. Oggi ci sono circa 50 punti vendita che lavorano verso la Svezia. Unico requisito è che la società abbia sede legale al di fuori dal territorio svedese. E così se l’offerta del Monopolio può andar bene al consumatore medio, gli amanti delle bottiglie di pregio scelgono sempre più il web. “Credo che il Monopolio prima o poi cadrà” prevede Magnus Reuterswärd, blogger enogastronomico molto noto in Svezia “e nel frattempo i negozi on line aumenteranno. Una volta consolidato il mercato libero dei negozi on line, apriranno anche degli spazi fisici che avranno una clientela già fidelizzata”. 

 

 

a cura di Åsa Johansson

19/03/2013

 

 

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 14 marzo 2013. Abbonati anche tu se sei interessato ai temi legali, istituzionali, economici attorno al vino. E' gratis, basta cliccare qui.

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