Nuovi guai per il Prosecco: la Russia raddoppia i dazi sui vini


4 Set 2023, 18:49 | a cura di
Mosca porta dal 12,5 al 20 per cento il balzello, a rischio uno dei mercati più promettenti per le bollicine venete. Già alle prese con il maltempo, una vendemmia difficile e le liti tra le denominazioni

Ci mancava la rivoluzione russa per dare un altro schiaffo al Prosecco, che sta vivendo la sua estate nera. E no, non è una buona notizia. Dal 1° agosto infatti Mosca ha quasi raddoppiato i dazi doganali su vini e vermuth: erano del 12,5 per cento per i vini e del 10 per i vermuth, ora sono tutti al 20 per cento. Balzelli che si applicano a partire da un valore di 1,5 dollari al litro, e quindi a qualsiasi bottiglia del nostro export.

Mercato promettente

Una brutta notizia che rischia di incidere pesantemente nell’export verso un Paese che, nonostante il fardello della guerra, è tuttora considerato uno dei più promettenti per il comparto vitivinicolo, rispetto ad altri più maturi e meno dinamici. Soprattutto nel comparto delle bollicine, per le quali la Russia è il quinto mercato per le aziende italiane, mentre è il nono in assoluto. E soprattutto per il Prosecco e in misura minore per l’Asti docg. Una ritorsione economica alle sanzioni internazionali che l’Italia ha appoggiato senza esitazioni, ma questo certo non consola le aziende.

Numeri positivi
L’Italia nel difficilissimo 2022 - l’anno in cui il 24 febbraio è incominciata l’invasione dell’Ucraina - ha spedito in Russia vini per un totale di circa 171 milioni, 91 dei quali solo per gli spumanti, amatissimi dai russi, con un aumento per le sole bollicine del 28 per cento su base annua che sarebbe stato anche superiore se non ci fosse stata di mezzo la guerra. Peraltro molti analisti ritengono questi dati sottostimati perché in Russia arriverebbero anche molte bottiglie importate da Paesi confinanti come la Lettonia, che ha numeri sproporzionati rispetto alla scarsa popolazione: 81 milioni di euro a fronte di meno di due milioni di lettoni (curiosamente, invece, il paese che esporta più vino in Europa è la Moldavia).

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Questo trend positivo è andato avanti anche nel 2023, con un primo semestre che ha fatto registrare un giro di affari di 67 milioni di euro con aumento del +65 per cento, anche se questo boom potrebbe essere stato determinato dalla decisione degli importatori russi di fare scorte prima del giro di vite.


Un’estate nerissima

Come che sia, l’aumento dei dazi rischia di raffreddare questo andamento positivo e a farne le spese potrebbe essere in particolare il Prosecco. Un vino che da anni vive un prolungato boom trainato dalle esportazioni ma che quest’anno ha dovuto incassare una serie di brutti colpi: il maltempo che ha colpito duro e che rischia di decurtare pesantemente la produzione, la scarsa acidità delle uve e il basso grado zuccherino, la mancanza di personale per la vendemmia, il crollo dei consumi, le querelle tra il consorzio Conegliano Valdobbiadene docg e la più ampia doc, la querelle sul nome con l'Australia sulla falsariga di quanto accaduto in Croazia (e poi risoltosi a favore dell'Italia). E ora lo sgarbo russo. Non è l’anno giusto per i brindisi.

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