Progetti e futuro prossimo dell'Unione Italiana Vini. Intervista a Domenico Zonin

21 Feb 2013, 15:36 | a cura di

Domenico Zonin è il nuovo presidente dell'Unione Italiana Vini. Il Cda gli ha affidato il compito di proseguire nel lavoro iniziato nel 2010 con Lucio Mastroberardino, scomparso il 29 gennaio scorso, e per accompagnare l’associazio

ne alla fine del mandato. Zonin (39 anni, vicepresidente della casa vinicola Zonin che vanta un fatturato vicino ai 140 milioni di euro) resterà in carica fino a giugno, quando l'assemblea eleggerà il nuovo Cda che, a sua volta, nominerà il presidente per il triennio 2013/15. Lo abbiamo incontrato per un'intervista a margine di un incontro su vino e acquisizioni organizzato alla Città del gusto del Gambero Rosso a Roma.

Presidente Zonin, non possiamo iniziare questa intervista se non con un ricordo della figura del suo predecessore Lucio Mastroberardino, scomparso il 29 gennaio scorso
La mia è una presidenza che purtroppo cade in un momento triste per tutti noi e per tutto il mondo del vino. Ho avuto modo di lavorare per diversi anni al suo fianco. Con Lucio, per usare una metafora, da buon irpino, occorreva grattare un po' la superficie per scoprire le sue tante qualità umane. E posso assicurare che queste qualità sono venute fuori, soprattutto nell'ultimo periodo, quello della malattia. Perché, nonostante tutto, Lucio ha continuato a fare il presidente fino all'ultimo giorno. Si è sempre impegnato ed era sempre e comunque disponibile se c'era bisogno. Non ha mai pensato solo a se stesso ma ha continuato a lavorare per tutti. Un esempio da seguire.

Lei ha dichiarato che proseguirà la strada aperta da Mastroberardino. Ci spieghi che cosa intende nello specifico?
Sono presidente fino a giugno quando rinnoveremo le cariche. Abbiamo dei lavori aperti. Li porteremo avanti e li concluderemo così come voleva Mastroberardino. Prima di tutto, ci stiamo focalizzando sul Simei, la più importante fiera al mondo per le tecnologie enologiche, organizzata dall'Uiv. Un appuntamento molto importante per l'associazione e per tutto il mondo del vino. Abbiamo cominciato un percorso di rinnovamento del Simei, coinvolgendo gli espositori per rilanciarli e per rilanciare l'immagine della manifestazione, in particolare sul fronte dell'internazionalizzazione. Ovvero, riuscire ad avere una maggior presenza di potenziali clienti esteri. In questo momento, siamo consapevoli che l'esportazione è decisiva sia per chi fa il vino ma anche per chi costruisce le macchine per il vino.

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Facciamo un'ipotesi: lei viene confermato alla presidenza dell'Uiv a giugno 2013 e per i prossimi tre anni. Significa che rinuncerà alla corsa coi suoi fratelli Michele e Francesco per la presidenza della Casa Vinicola Zonin, carica ora ricoperta da suo padre Gianni?
(sorride) Questa storia è una barzelletta. Assolutamente non rinuncio. Quella di presidente dell'Uiv è una carica a tempo, come accade, per esempio, in Confindustria per cui per tre anni si dedica una parte del proprio tempo a una cosa che appartiene all'intero settore vino. Detto questo, l'Uiv è un'associazione molto ben strutturata: con un segretario generale che segue la parte politica e un direttore generale che segue la parte economica. È strutturata in maniera che il presidente deve fare il presidente e non l'amministratore delegato. Quindi, tornando alla domanda, io tornerò a occuparmi della mia azienda.

Lucio Mastroberardino dalle pagine di Tre Bicchieri, l’inserto economico del Gambero, lanciò l'idea di una Costituente del vino italiano, per cercare di riunire un mondo del vino italiano che lui considerava troppo frammentato. Cosa ne pensa di questa idea?

Il difetto italiano è che ci sono tanti campanili. L'idea di Mastroberardino era legata a un concetto che in Uiv è ben presente: più si è uniti più si è forti. Detto questo, è auspicabile che l'Uiv diventi sempre di più la casa comune del vino italiano, un posto in cui il settore dialoga e prende le decisioni assieme e per il bene del vino italiano. Penso che questa sia una cosa che qualunque presidente deve fare. E occorre muoversi e lavorare affinché l'associazione diventi sempre più questa casa comune.

a cura di Gianluca Atzeni

21/02/2013

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