Regno Unito: i prodotti dei supermercati mettono a rischio la salute dei bambini

8 Giu 2023, 15:38 | a cura di
Snack, cereali, biscotti e tanti altri prodotti destinati ai più piccoli – dai neonati ai bambini in età prescolare – sembrerebbero essere tutt’altro che salutari. Nel Regno Unito i cibi ultraprocessati sono la regola: servono etichette più chiare e norme ferree.

I danni dei cibi ultraprocessati sulla salute sono moltissimi. Prodotti all’apparenza innocui ma frutto di processi industriali di ingredienti che partono da sostanze estratte dagli alimenti o sintetizzate in laboratorio. Ecco, quasi un terzo del cibo destinato ai più piccoli nei supermercati del Regno Unito risulta ultraprocessato. A dare l’allarme è il First Steps Nutrition Trust, ente indipendente per la salute pubblica, che ha dichiarato che questo tipo di alimenti è dominante nella maggior parte delle diete dei bambini in età prescolare.

Nei supermercati del Regno Unito troppi cibi ultraprocessati

Per l’esattezza, il 29% del cibo che si trova nelle corsie dei supermercati dedicate ai bambini risulta ultraprocessato, una percentuale che aumenta quando si tratta di snack e cereali per la prima colazione, biscotti e fette biscottate. Prodotti che sulla confezione sono spacciati per salutari, “naturali”, nonostante abbiano altissimi livelli di zucchero, sale, grassi e additivi. “Siamo nel bel mezzo di un’emergenza salutare infantile, con i bambini britannici con più problemi di obesità rispetto a qualsiasi altro Paese”, ha dichiarato Chris von Tulleken, medico e autore di Ultra-Processed People, libro-denuncia sull’argomento. I cibi ultraprocessati sono infatti associati con l’aumento di peso, ma non solo: “Questi alimenti determinano le preferenze a lungo termine dei bambini e hanno una serie di effetti negativi sul loro corpo, a cominciare da un blocco dello sviluppo. Molti bambini nel Regno Unito non sono solo in sovrappeso, ma anche molto bassi”.

Cosa sono i cibi ultraprocessati

Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire qualcosa in più su questi alimenti. I cibi ultraprocessati sono quelli che richiedono tanti e tanti step all’interno del sistema produttivo. Prodotti come il latte artificiale, bibite gassate e zuccherine, snack, biscotti, pane in cassetta, cereali e molti piatti pronti. All’interno si trovano ingredienti diversi che comprendono i concentrati di succo di frutta, la maltodestrina, oli idrogenati, tanti additivi come il glutammato monosodico, coloranti, addensanti e agenti di rivestimento. Il problema principale è che il cibo ultraprocessato contiene livelli elevati di sale, zucchero e additivi che sono associati a problemi come l’obesità, il cancro, il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari. Secondo molti studi, avrebbero anche degli effetti negativi sul macrobiota intestinale.

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Le etichette ingannevoli dei cibi per bambini

La questione si fa più annosa considerando le etichette poco chiare dei cibi in vendita nei supermercati britannici, e una mancanza di linee guida più ferree. Alcuni Paesi come il Brasile, l’Israele e la Francia hanno imposto, invece, delle linee nutrizionali specifiche per i cibi dell’infanzia, proprio per ridurre il numero di cibi ultraprocessati nella dieta dei più piccoli. “I reparti del cibo per bambini dovrebbero essere considerati sicuri dai genitori” ha dichiarato la dottoressa Vicky Sibson, direttrice del First Steps Nutrition Trust, “ma le aziende commercializzano in modo fuorviante prodotti inappropriati, facendoli passare per naturali o «senza zuccheri aggiunti»”. Già due anni fa il Governo aveva promesso di rendere più chiare le etichette alimentari, “se non ora, quando?”. Serve una risposta immediata a un problema sempre più urgente, e occorrone più ricerche “per capire meglio i meccanismi che legano i cibi ultraprocessati alla cattiva salute” ha specificato la dottoressa Eszter Vamos della scuola di sanità pubblica dell’Imperial College di Londra. Per ora, però, “le prove che abbiamo a disposizione sugli effetti di un consumo massiccio di questi prodotti sono troppe per essere ignorate”.

 

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