Sondrio da bere e mangiare: la miniguida della città lombarda

Capoluogo della Valtellina, terra di grandi vini e prodotti di eccellenza, Sondrio è una città a misura d’uomo con una vocazione a un turismo esperienziale e a un vivere sostenibile. Quanto al territorio circostante, offre infinite possibilità di turismo green, sia d'inverno che d'estate.
A cura di Gambero Rosso
Pubblicato il 11:21 am, Mer, 8 Febbraio 23
Tempo di lettura: 3 minuti

La montagna che non ti aspetti, fra tradizione culinaria, cultura e bien vivre

Ai buongustai Sondrio offre molte tentazioni e riserva invitanti sorprese: le eccellenze enogastronomiche sono la grande ricchezza del territorio e non c'è ristorante o bar che non proponga i piatti della tradizione contadina e loro rivisitazioni con ingredienti a chilometro zero. Basta guardarsi attorno, passeggiare nel centro storico o addentrarsi tra i vigneti terrazzati per rendersi conto di quanto sia particolare il territorio. L'uomo, nei secoli, ha trasformato gli aspri pendii delle Alpi Retiche in terrazzamenti per coltivare un vitigno che è il Nebbiolo di montagna. La vendemmia è tardiva e arriva insieme alle nebbie autunnali generando vini corposi che riscaldano il cuore, da sorseggiare davanti a un caminetto mentre fuori nevica, o a una tavolata tra amici. Il Valtellina Superiore e lo Sforzato Docg sono conosciuti e apprezzati in tutto il mondo e come i formaggi Dop come Bitto e Valtellina Casera e alla Bresaola della Valtellina Igp. I pizzoccheri, le tagliatelle di grano saraceno condite con burro d'alpe e Valtellina Casera, poi, sono il piatto che più di ogni altro rappresenta la zona. E non mancano le iniziative che uniscono enogastronomia, storia e cultura. La notte di san Lorenzo, per esempio, c’è "Calici di stelle”, un percorso tra le vie del centro storico con punti di degustazione allestiti nelle corti e nelle cantine storiche. E anche Castello Masegra, che domina la città ed è sede di Cast, il museo delle storie di montagna, ospita tantissimi eventi fra storia, cibo e vino locali.

Dove mangiare a Sondrio e provincia: le specialità della montagna

Bisciola: il cosiddetto “panettone valtellinese” è un dolce di tradizione molto antica, tipico del Natale, a base di lievito madre, farina, uova, burro, zucchero, miele e frutta secca (noci, fichi e uvetta).

Pizzoccheri: sono un po’ il simbolo gastronomico della Valtellina, sorta di tagliatelle fatte a mano con un impasto di acqua e un mix di farina 0 e di grano saraceno. Abitualmente si condiscono con patate a tocchetti, verza, Casera, burro, aglio e salvia.

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Polenta taragna: prende il nome dal tarél, tipico bastone di legno che si usa per rimestarla, ed è fatta con farina di mais e di grano saraceno. Si gusta con abbondante Bitto o Formai de Mut. Si sposa molto bene a umidi di carne o cacciagione.

Sciatt: in dialetto il nome significa “rospo” e si deve alla forma e al colore che assumono mentre friggono. Sono infatti piccole frittelle ripiene di Casera, che si preparano con una pastella di farina 00 e di grano saraceno, acqua frizzante e birra. Si servono con insalata di campo.

Taroz: piatto unico composto da patate, fagiolini, fagioli, burro e l’immancabile Casera, così chiamato dal nome dell’utensile che veniva adoperato per mantecare le verdure con il burro. È una preparazione adatta ai vegetariani e ai celiaci.

Tzigoiner (o zigeuner): letteralmente “carne sul bastone”, è un grosso spiedo di legno di abete sul quale si arrotolano sottili fettine di manzo precedentemente marinate, poi cotte qualche minuto sotto al grill o su una piastra di ghisa.

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Prodotti tipici di Sondrio: cosa mangiare

Bitto Dop: eccellente formaggio d'alpeggio a pasta semidura, ottenuto dalla lavorazione di latte vaccino con eventuale aggiunta di latte di capra in una percentuale non superiore al 10%. La stagionatura minima è di 70 giorni, ma – caso unico al mondo – può arrivare fino a oltre 10 anni.

Bresaola della Valtellina Igp: pregiato salume le cui origini risalgono all'Alto Medioevo, Igp dal 1996, ricavato da carne di manzo (più precisamente la coscia) massaggiata, salata, insaccata in un budello naturale e stagionata in ambienti appositamente climatizzati per un periodo che va da 18 mesi a 4 anni. Si consuma a fette sottili accompagnata da pane di segale e, volendo, da riccioli di burro.

Mele della Valtellina Igp: sarà l'aria, sarà il clima, fatto sta che le mele qui hanno un profumo, una consistenza, una succosità, un gusto e un sapore peculiari, indimenticabili. Diverse le tipologie, dalla Red Delicious alla Gala fino alla Golden Delicious, che si prestano a diversi tipi di utilizzo in cucina.

Scimudin: prodotto soprattutto in Alta Valtellina, è un formaggio fresco a pasta molle di tradizione secolare, di gusto dolce e delicato, prodotto con latte vaccino e di stagionatura breve (circa 10 giorni). Si consuma da solo oppure con verdure, insalate o ancora come ingrediente in salse e condimenti.

Slinzega: detta anche slinziga, è un saporito salume ottenuto da carne bovina aromatizzata con chiodi di garofano, cannella, aglio, alloro, sale e pepe. Prodotto in piccole pezzature (dai 300 agli 800 grammi circa), viene fatto stagionare per un mese.

Valtellina Casera Dop: ha ottenuto il riconoscimento nel 1996, ed è prodotto con latte vaccino parzialmente scremato, caglio e sale. È caratterizzato da una crosta compatta di colore giallo paglierino; la pasta è di media consistenza, di colore variabile dal bianco al giallo paglierino. Il sapore è dolce e con un aroma particolare, che diventa più intenso con la stagionatura.

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