Cucina di montagna: 10 piatti italiani da non perdere

24 Gen 2020, 13:30 | a cura di
Formaggi, salumi, polenta, zuppe: la cucina di montagna è un inno ai sapori intensi e decisi. Ecco i piatti da provare.

Cucina di montagna

Nei mesi invernali si popola di sciatori, fondisti e snowborders, mentre in quelli estivi offre percorsi di trekking, piste ciclabili e strade che attraversano vallate e villaggi da perlustrare in moto: qualunque sia la stagione, in montagna è sempre il momento giusto per concedersi qualche piatto corposo, fatto con le tante materie prime fornite dal territorio circostante. Dalle paste ai dolci, ecco quali sono i piatti di montagna italiani da provare.

brezel

Brezel

Spesso associato con la cucina tedesca, il brezel in realtà è un pane di origine alsaziana condiviso da tutti i paesi germanici e dal Sud-Tirolo. Dapprima consumate mezze crude, solo in tempi recenti queste ciambelle di pane iniziarono a essere tostate, grazie all’errore di un fornaio che si addormentò sul posto di lavoro facendole bruciare.

Cajettes

Una sorta di gnocchi diffusi soprattutto fra la val di Susa e la val Chisone, in particolare nella zona di Sestriere, un comune di circa 900 abitanti che d’inverno si popola a dismisura per la stazione sciistica – la più grande di tutto il Piemonte – che collega le due valli. Le cajettes sono degli gnocchi di patate, ortica, cipolla e farina di segale, solitamente gratinati al forno. Una ricetta “povera”, profondamente legata alla tradizione agreste del luogo, che ha come protagonista uno dei prodotti più diffusi in tempi di carestia, da sempre simbolo di ristrettezze economiche: la patata. Il nome dialettale deriva dalla forma allungata degli gnocchi e indica il fuso utilizzato in passato per filare la lana.

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canederli

Canederli

Ancora gnocchi, ma di pane raffermo, farina, uova, speck, prezzemolo e parmigiano, conosciuti anche con il nome tedesco knödel e presenti in quasi tutto il Nord Italia, dal Friuli Venezia Giulia alle Alpi lombarde e venete. Ne esistono molte varianti, ognuna con ingredienti e proporzioni diverse. Immancabili nell’impasto, le erbe di alpeggio, gli insaccati, i formaggi, e poi funghi e brodi a insaporire, senza dimenticare il semplice condimento a base di pangrattato rosolato nel burro.

fonduta

Fonduta Valdostana

La fontina, in Valle d'Aosta, è un prodotto fondamentale, al centro di molte ricette tipiche. Per gustarla al meglio nelle giornate più fredde, l'ideale è la fonduta, preparazione calda a base di fontina fusa, fatta sciogliere all'interno di una pentola chiamata caquelon. Ogni commensale infilza un pezzetto di pane sulla forchetta da fontina e lo immerge direttamente nella casseruola.

pizzoccheri

Pizzoccheri

Tipici della Valtellina, i pizzoccheri sono una specialità di Teglio e Tirano, una sorta di tagliatelle più spesse a base di farina di grano saraceno, farina 00 e acqua. Si cucinano tradizionalmente con patate, verze, burro fuso e formaggio (Casera o Bitto), ma sono molte le varianti nate nel tempo. Le origini del nome sono incerte, anche se si pensa che possa derivare da pita, pane in arabo, o forse da bizocuhs, parola con cui si identificavano un tempo i bizzochi, gli aderenti a una setta eretica di frati minori condannati da Bonifacio VIII. Particolarità di questa pasta sta nell’utilizzo del grano saraceno, uno di quelli che più facilmente si è adattato ai terreni montuosi.

polenta concia

Polenta concia

Immancabile in ogni rifugio di montagna che si rispetti, la polenta ha costituito per molto tempo l'alimento principale di tante famiglie del Nord Italia. Una preparazione dalla consistenza cremosa, più o meno densa, a base di farina di mais, che in molte zone del Settentrione – Valle d'Aosta e Lombardia in primis - viene preparata con burro e formaggio, nella variante concia, chiamata così perché “acconciata”, ovvero condita. A seconda della zona, si utilizza un formaggio diverso: in Valle d'Aosta, territorio in cui è maggiormente diffusa, protagonista assoluta è la tipica fontina.

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schlutzkrapfen

Schlutzkrapfen

Detti anche ravioli atesini, ravioli della Pusteria, roffioi o rofioi, gli schultzkrapfen sono uno dei formati di pasta tipici dell’Alto Adige: mezzelune fatte con farina di segale, grano, uova, olio e acqua, ripiene di spinaci, ricotta e patate in inverno, oppure semi di papavero ed erba cipollina in primavera. Tradizionalmente, venivano portati in tavola il sabato, insaporiti con burro fuso e graukäse, ma oggi si gustano tutti i giorni, in casa oppure nelle trattorie tradizionali.

spatzle

Spätzle

I celebri gnocchetti della bassa Germania sono molto popolari anche in Svizzera, Francia, nel Tirolo e in Trentino. Si tratta di un impasto di farina di grano, grano saraceno, acqua e uova (a cui, talvolta, si aggiunge anche il latte), che viene fatto cadere nel brodo o nell’acqua salata attraverso uno strumento apposito simile a una grattugia piatta, che conferisce la tipica forma allo gnocchetto. Ne esiste poi anche una variante verde a base di spinaci, gli spinatspäztle, conditi tradizionalmente con burro, formaggio e speck, anticamente preparati con spinaci selvatici ed erbe spontanee.

strudel di mele

Strudel di mele

Dolce trentino per antonomasia, lo strudel è un rotolo di pasta sottile farcito con mele, uvetta, pinoli e cannella, ideale per la merenda o anche per la conclusione di un pasto, accompagnato da un buon bicchiere di vin brulé, crema o gelato. Un antico racconto popolare narra che la sfoglia debba essere talmente sottile da consentire di leggervi in trasparenza una lettera d’amore.

zuppa d'orzo terntina

Zuppa d'orzo

Non esiste settimana bianca senza un buon piatto di zuppa: in Trentino Alto Adige, è quella d'orzo a dominare la tavola, piatto corroborante fatto di pochi e semplici ingredienti. Alla base della ricetta, orzo perlato cotto con il brodo di carne, verdure, speck o pancetta affumicata, prodotti che danno vita a una minestra ricca e dal sapore rustico.

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