I datteri nella storia
Il nome deriva dal greco daktilos, che significa “dito”, e fa naturalmente riferimento alla tipica forma del frutto: compagni fedeli di noci, mandorle, nocciole e fichi secchi, i datteri sono fra i prodotti più consumati durante il periodo natalizio. In purezza, ripieni di altra frutta secca, ricoperti al cioccolato, poco importa, purché scandiscano snack e merende dei giorni di festa. In Italia siamo abituati ad associarli al Natale, ma in altri Paesi non sono affatto dei prodotti stagionali: il loro uso gastronomico comincia già nell’antico Egitto, dove erano apprezzati per via del loro potere saziante, e poi ancora con i romani, che li usavano per aromatizzare il vino, preparare pietanze dolci e anche per fermentare bevande alcoliche.
I datteri raccontati dagli autori
Non solo frutti da gustare in purezza, quindi, ma ingredienti preziosi per molte preparazioni. Nel Medioevo, i datteri venivano serviti a fine pasto, ma erano soprattutto utilizzati per realizzare torte e pasticci, spesso in abbinamento con ingredienti salati. Tanti, infatti, gli autori che li hanno citati: Bartolomeo Sacchi, umanista e gastronomo italiano conosciuto anche come il Plàtina, si raccomandava di consumarli prima del pasto, anziché alla fine, perché li considerava dei frutti buoni ma indigesti, mentre Dumas consigliava di preferire quelli maturi, al fine di non andare incontro a nausea o malattie della pelle.
Datteri: proprietà e valori nutrizionali
Oggi sappiamo che i datteri hanno un apporto calorico significativo, quindi è ancora opportuno consumarli con parsimonia, ma come tutti gli ingredienti hanno anche delle proprietà benefiche. Non presentano molti grassi e sono ricchi di fibre, vitamine e sali minerali, oltre ad avere una buona percentuale di amminoacidi essenziali, utili per il corretto funzionamento dell’organismo. Sono un’ottima fonte di potassio e fosforo e contengono una discreta quantità di vitamine del gruppo B. Per assorbire al meglio i principi nutritivi, è consigliabile consumarli freschi, perché mantengono più intatte le dosi di sali minerali e vitamine.
Usi in cucina dei datteri
Le modalità di impiego dei datteri in cucina sono moltissime. Intanto, si possono usare per sostituire lo zucchero in alcuni dolci: per esempio, per creare delle buone barrette proteiche ai cereali oppure una granola fatta in casa. Sono ottimi anche farciti, con mandorle, pinoli o cioccolato per i più golosi, ricoperti da una spolverata di granella di cocco o cacao amaro, oppure inseriti all’interno di torte, dolcetti, muffin e pasticcini. Ma perché non creare uno sciroppo a base di datteri? In questo modo, si potranno dolcificare yogurt, pancakes, frullati ed estratti, lasciando ancora una volta da parte lo zucchero raffinato: basta cuocere i datteri secchi tagliati a dadini per un paio d’ore e far addensare poi sul fuoco il liquido ottenuto (filtrato). Da questi frutti si ottengono anche dei buoni liquori, decotti e delle confetture, mentre chi segue un regime alimentare crudista – in cui il cibo non viene cotto al di sopra dei 42°C, per preservarne le qualità nutrizionali – potrà usarli per preparare dei dolci: tutto ciò che occorre è della frutta secca ridotta in polvere, da lavorare con i datteri tritati e farcire a piacere, da mettere a solidificare in una tortiera e conservare in frigorifero.