Grandmas Project. Cos'è
Grandmas Project è un'idea intelligente per condividere in rete “il patrimonio più goloso del mondo”. È chiarissimo il concept del progetto nato sul web per riunire ricette e storie delle nonne di tutto il mondo, filmate dai propri nipoti. Ma il primo approccio, più goliardico, nasconde un retropensiero profondo, e ragionato. L'idea risale a qualche anno fa, quando il francese Jonas Pariente, di professione film maker (con una laurea in sociologia), decide di filmare e mettere online pillole gastronomiche delle sue nonne – una polacca, l'altra egiziana, entrambe emigrate in America – riprese in cucina, impegnate a raccontare un pezzetto della propria tradizione familiare. Ragionare sulla portata culturale del progetto è venuto naturale: mettere insieme molti di questi contributi video (immaginando di coinvolgere film maker professionisti alle prese con i propri ricordi d'infanzia) avrebbe permesso di ricostruire una storia del XX secolo fatta di tante piccole storie custodite tra le mura domestiche, che messe in fila restituiscono non solo una ricetta o un racconto di cibo, ma soprattutto usi, costumi, ricordi di un passato che non c'è più, illuminando porzioni di storia rimaste nascoste, o punti di vista alternativi, già semplicemente per il fatto di ripercorrere il Novecento attraverso occhi femminili.
Ricette di nonne in cucina. I cortometraggi
Dunque il progetto si è concretizzato a partire da tre linee guida, rimaste invariate nel tempo, con le istruzioni a uso e consumo dei film maker decisi a cimentarsi con la sfida: obbligatorio filmare esclusivamente la propria nonna, riprenderla alle prese con la realizzazione di una ricetta, non superare gli 8 minuti di durata. Con un duplice obiettivo: portare chi filma a stabilire un contatto più profondo con la nonna, a partire dalla condivisione di una ricetta di famiglia; offrire a chi guarda un viaggio gastronomico (e non solo) intorno al mondo che permetta di bussare di casa in casa, semplicemente accedendo al sito del progetto e riproducendo gratuitamente video e film già caricati. Su queste basi, nel 2016 Grandmas Project ha ricevuto il patronato dell'Unesco, “per la capacità di valorizzare un patrimonio immateriale dell'umanità e condividerlo grazie alla tecnologia digitale”. Celebrando al contempo il dialogo intergenerazionale.
Nonne e nipoti per raccontare la storia di un secolo
Così le ambizioni del progetto sono cresciute: tra il 2016 e il 2018, Pariente – in prima linea con il corto Molokheya e il piatto di tradizione egiziana della sua nonna paterna Nano - ha prodotto 14 film a partire dai cortometraggi condivisi da registi di tutto il mondo. Viaggiando tra peperoni ripieni alla libanese e polpette croate, soufflè francese e naan indiano; spesso confrontandosi con storie di immigrazione gastronomica, che raccontano dell'evoluzione subita da ricette di famiglia a migliaia di chilometri di distanza dalla propria terra d'origine.
E presto si inizierà a lavorare alla seconda stagione di Grandmas Project, passando nuovamente attraverso il crowdfunding, già fondamentale nel 2015 per raccogliere oltre 20mila dollari che hanno finanziato il progetto ai suoi albori (Chai Chai Films, casa di produzione fondata da Parente, offre il suo contributo e la supervisione artistica a chi vuole cimentarsi col progetto pur non avendo studiato filmografia). E sul sito del progetto le candidature sono già aperte. Agli amatori, invece, è riservata la possibilità di condividere foto corredate di brevi racconti delle proprie nonne in cucina. Un modo, serio e divertito allo stesso tempo, per raccontare quella cucina della nonna di cui sempre più spesso si abusa nel mondo della ristorazione (di questo trattiamo, con noti chef italiani, sul numero di ottobre del Gambero Rosso). Riconducendola sul terreno che più le appartiene: l'orizzonte di una storia familiare condivisibile con gli altri perché tocca corde comuni, e racconta – partendo dalla cucina – come il mondo è cambiato nell'ultimo secolo (dalle stesse premesse, e con obiettivi comuni, sta partendo a Bologna il progetto Ragù).
a cura di Livia Montagnoli