Tomato+, coltivare in casa. La startup di agricoltura idroponica domestica

17 Mar 2022, 10:18 | a cura di
Coltivare in idroponica in casa, con la semplicità con cui si prepara un caffè. È possibile grazie a questa realtà bresciana che si occupa di coltivazioni idroponiche domestiche.

Tomato+, la startup di idroponica domestica

Come saranno le coltivazioni del futuro? È possibile produrre rispettando l’ambiente? Sono temi di stringente attualità, ne siamo tutti consapevoli. E a livello di grandi numeri le cose stanno cambiando. Ma la domanda, la vera svolta, è a livello di singoli: possiamo immaginare coltivazioni domestiche e su misura?  Una risposta arriva dalle serre idroponiche automatizzate di Tomato+, startup bresciana che, grazie a una tecnologia idroponica automatizzata, con impatto ambientale praticamente zero e produzione a cm0, sviluppa e commercializza serre “su misura”, per abitazioni e imprese, per la coltivazione automatica di verdure, erbe, germogli e funghi, con l’impiego di cialde brevettate. Si tratta dell’unico prodotto professionale a oggi sul mercato in grado di funzionare in automatico, senza la necessità di personale esperto, il che consente anche a neofiti del settore di ottenere verdure di alta qualità e senza sprechi. L’azienda è entrata nella piattaforma di Business di Unicredit StartLab e collabora con il CNR di Catania per progetti di ricerca finalizzati alla produzione di “super verdure”, con aggiunta di vitamine (B12) e minerali (selenio, calcio, ferro). Lo sviluppo di questi prodotti è favorito dal fatto che si possono variare i parametri (energia luminosa, temperature e umidità) semplicemente agendo sul software di gestione della serra, e che le cialde che contengono i semi sono facilmente trasportabili, durano un anno e al loro interno è possibile inoculare le vitamine o i minerali aggiuntivi.

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Produzione idroponiche: un fatturato in crescita

Tre le linee di prodotto: Horto2, Horto4, HortoProfessional, più di 40 verdure in cialda, 15 tipologie di funghi ed esportazioni in 13 stati, tra cui Germania, Austria, Svizzera, Francia, Lussemburgo. La scale up ha chiuso il 2021 con 700mila euro di ricavi, in crescita del 224% sul 2020 e soltanto con gli ordini acquisiti e gli accordi con i distributori stretti a inizio gennaio 2022 ha già raggiunto l’intero volume d’affari del 2021, con la previsione di realizzare al 2025 un fatturato di oltre 38 milioni di euro. Quanto al mercato mondiale delle produzioni idroponiche, nel 2020 si è toccato il valore di 9,5 miliardi di dollari, (contro la stima di 1,2 miliardi) e si prevede di raggiungere i 17,9 miliardi di dollari nel 2026. Un gruppo che sta raccogliendo tra l’altro investimenti su CrowdFundMe, l’unica piattaforma di Crowdinvesting  quotata a Piazza Affari: la campagna di equity crowdfunding che si concluderà a fine marzo procede spedita verso il superamento del primo obiettivo (200mila euro). I fondi raccolti saranno utilizzati per la produzione di serre e cialde automatizzate, aumento della capacità produttiva con l’assunzione di personale specializzato, espansione commerciale internazionale, ricerca e sviluppo.

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La serra di Tomato+ a casa

A guidare Tomato+, una squadra con una consolidata esperienza nei campi ingegneristico e finanziario. Abbiamo chiesto a Daniele Rossi, ceo dell’azienda ed esperto di impiantistica green, che ha ideato il sistema brevettato di coltivazione in capsule biodegradabili di Tomato+, di raccontarci soprattutto la versione “domestica”. Davvero possiamo avere facilmente in casa la nostra serra personale di verdure? “Certo, abbiamo già molti clienti privati. Perché tutto è facile come farsi un caffè con le cialde: siamo riusciti a realizzare un sistema estremamente semplice. Si ordina e tutto arriva a casa: la macchina, le cialde. Il modello più piccolo, ideale in casa, Horto2, occupa più o meno lo spazio di una lavastoviglie. Ha due piani di produzione, può accogliere 144 cialde e consente di produrre in 6/7 giorni più o meno il corrispettivo di 15/20 buste di insalata acquistate al supermercato. E tutto è biodegradabile, compostabile, niente sprechi, si è autosufficienti nella produzione, il prodotto è freschissimo, incontaminato, sicuro, arricchito con vitamine”.

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Come funzionano le serre a casa

L’installazione è complicata? “Al contrario, è molto semplice: basta collegare la macchina a una presa di corrente standard senza necessità di allaccio all’impianto idrico. Horto2 rispetta l’ambiente perché non si utilizzano insetticidi, fungicidi o erbicidi e le quantità d’acqua necessarie sono fino al 90% inferiori rispetto alle tecniche di coltura tradizionale”. Cosa si può produrre? “Insalate, germogli, erbe edibili, ravanelli, funghi. Con un risparmio di terreno, di acqua, e prospettive anche salutistiche e curative, grazie ad integratori che possono essere aggiunti”. E i costi sono contenuti: 96€ al mese per avere la macchina in comodato d’uso e per 36 mesi si riceve una fornitura mensile di 90 cialde e 2 kit nutrienti per produrre verdura. Niente terra, nessuno stress termico, nessun problema di trasporto”.  Una prospettiva molto interessante anche nella ristorazione: “Abbiamo richieste da chef in tutto il mondo. In Italia si autoproducono erbe, germogli per esempio, Pietro Leeman, Stefano Baiocco, Marcello Trientini/Magorabin per citare solo qualche nome”. Prospettive future? “Puntiamo a lavorare molto con aziende, nel settore dell’ortofrutta e con le mense scolastiche. Abbiamo appena concluso un accordo con il Lussemburgo, dove 60 scuole utilizzeranno il nostro sistema per produrre verdure e funghi: un bancale può contenere 100.000 piante!”.

Insomma, a casa potremo aprire come facciamo con la porta del frigo anche quella della serra e raccogliere l’insalata per cena. Il futuro è già qui.

a cura di Rosalba Graglia

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