Tra Regno Unito e Europa si consuma la guerra delle salsicce. La disputa sull’Irlanda del Nord

15 Giu 2021, 10:28 | a cura di
L’hanno ribattezzata guerra delle salsicce, ma l’appellativo ironico nasconde una controversia commerciale tra Regno Unito e UE provocata dalla Brexit. E così sotto i riflettori del G7 finisce anche la salsiccia di Tolosa, specialità francese.

Il confronto tra UK e UE

Il G7 della Cornovaglia sarà ricordato per l’esordio tra i grandi del mondo di Joe Biden, per la ritrovata intesa tra Europa e Stati Uniti, o, più prosaicamente, per l’audace taglio della torta con la spada a opera della Regina Elisabetta. Ma le cronache del summit che si è appena concluso a Carbis Bay, con l’obiettivo di fare il punto sulla pandemia e rinnovare l’impegno a combattere il cambiamento climatico, regalano anche altri “gustosi” aneddoti. Come la disputa sulla salsiccia di Tolosa che ha contrapposto il presidente francese Emannuel Macron e il suo omologo inglese, Boris Johnson, spia di una rivalità commerciale decisamente ingombrante per il futuro dei rapporti tra UE e UK a seguito della Brexit. Dopo la guerriglia intrapresa nel Canale della Manica per il controllo delle acque al largo dell’isola di Jersey – dipendente dalla Corona britannica, ma a soli venti chilometri dalla costa della Normandia – il nuovo affaire gastronomico racconta ancora una volta delle difficoltà di intraprendere una strada diplomatica in grado di tutelare gli interessi di tutte le parti. A Jersey, il “conflitto” culminava all’inizio di maggio con l’invio di due navi di pattugliamento della Marina inglese per arginare la protesta dei pescherecci francesi in subbuglio per il nuovo sistema di licenze di pesca applicato dal Regno Unito in contrasto con l’accordo raggiunto dopo la Brexit. Rientrata l’emergenza in mare, ora la querelle si accende intorno all’incolpevole specialità occitana, la salsiccia di Tolosa, coinvolta, suo malgrado, nella discussione sulle conseguenze della Brexit in Irlanda del Nord.

Cos’è la guerra delle salsicce

Il tema, in questo caso, riguarda gli accordi sulla distribuzione di carne lavorata in Irlanda del Nord, che a luglio rischia di interrompersi con l’entrata in vigore di norme già ratificate. In realtà, la specialità di Tolosa è finita sotto i riflettori solo a causa di una boutade del premier inglese che, a colloquio con Macron, la Merkel, Ursula Von der Leyen e Charles Michel, ha rivendicato l’intenzione britannica di superare le ingerenze europee responsabili di aver scatenato la cosiddetta “guerra delle salsicce”. In sede di accordi commerciali tra Regno Unito e Unione Europea, infatti, per tutelare il mercato unico europeo e al contempo preservare la pace irlandese, Bruxelles e Londra firmavano il Protocollo sull’Irlanda del Nord, spostando il confine del mercato unico nel mare d’Irlanda. Tra le conseguenze più sofferte, ritardi e lungaggini burocratiche dovute al fatto che dall’inizio dell’anno le merci in arrivo a Belfast dal Regno Unito devono superare controlli doganali e fitosanitari prima di essere ammessi, con una moratoria – in scadenza – che finora ha permesso di aggirare in parte le difficoltà.

L’incolpevole salsiccia di Tolosa

La scadenza della moratoria, dal 1 luglio, bloccherebbe anche le spedizioni di salsicce e carni trattate, e Johnson, che pure solo qualche mese fa aveva accettato le condizioni e ora parrebbe intenzionato a rifiutarsi di applicare la dogana, non ha perso occasione per lanciare la sua stoccata in occasione del G7: “Come la prenderesti se le salsicce di Tolosa non potessero più essere vendute nei mercati parigini?”, ha apostrofato il premier francese. Macron, da parte sua, mostrando sconcerto per il paragone, ha spiegato al collega inglese che Tolosa e Parigi fanno parte dello stesso territorio, a differenza di Inghilterra e Irlanda del Nord. Ma questa puntualizzazione non ha fatto altro che alimentare l’ira di Johnson, convinto nel difendere l’unità della nazione che amministra e pronto a sospendere gli accordi commerciali sulla Brexit qualora la vicenda non avesse buon esito. Bisognerà fare presto, perché il primo luglio è alle porte.

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