Un aiuto a ristoranti e bar della Capitale. Virginia Raggi propone di abolire la tassa sui tavolini

28 Mar 2020, 14:58 | a cura di
L’idea del Campidoglio è quella di cancellare il pagamento della Cosap per il 2020, concedendo un po’ di respiro alle attività commerciali che ripartiranno quando l’emergenza sarà rientrata. Soddisfazione della Fiepet.

Cos’è la Cosap

Quando l’emergenza sarà rientrata, si prospetta una ripresa difficile per tutti. Per la ripartenza delle attività commerciali sarà determinante il sostegno delle istituzioni, come pure le agevolazioni messe in atto dalle amministrazioni cittadine. E in questa direzione si muove la proposta del Sindaco di Roma Virginia Raggi, che annuncia, nel corso di una diretta Facebook, l’intenzione di eliminare la Cosap per il 2020. La Cosap è la tassa per l’occupazione del suolo pubblico che le attività con dehors e tavolini su strada sono tenute a pagare per garantirsi la possibilità di usufruire dello spazio esterno di competenza comunale. In questo modo, spiegano dal Campidoglio, le attività di bar e ristorazione della Capitale – duramente colpite dal periodo di chiusura forzata e ancor prima dal brusco calo di turismo in città – potranno beneficiare di un’agevolazione fiscale che concede un po’ di respiro per i prossimi mesi. Tanto più, come sottolinea la Raggi, che la prossima estate, se la situazione lo consentirà, in tanti avranno voglia di affollare tavoli e dehors all’aperto, per godere di una libertà che nelle ultime settimane abbiamo imparato a non dare per scontata: “Non abbiamo ancora idea di quando finirà questa emergenza, ma crediamo che questa estate, se riusciremo a ricominciare la nostra vita normale, avremo voglia di incontrarci e vivere all'aperto. Abbiamo, quindi, pensato di eliminare questa tassa per tutto il 2020 per dare un sostegno concreto alle quelle imprese e quelle alle aziende che pensano di aiutarci a rinascere utilizzando le nostre strade e piazze”.

Niente tassa di occupazione del suolo pubblico per bar e ristoranti di Roma

L’abolizione della tassa, però, metterebbe in moto una serie di correttivi necessari per non colpire altri interessi commerciali in città, come specifica proprio il Sindaco: “È una riflessione che deve contemperare alcune esigenze perché nei mercati rionali le associazioni dei banchisti utilizzano una parte di questa tassa, il 65%, per la manutenzione e quindi in caso il Comune potrà rinunciare alla sua parte del 35% per poter consentire gli interventi che servono continuino”. Eppure c’è l’intenzione di concretizzare la proposta, fornendo così una risposta soddisfacente alle associazioni di categoria che già nei giorni scorsi si erano attivati per rivendicare misure di sostegno ai commercianti minacciati dalla crisi.

Un aiuto per ripartire. Ma da maneggiare con cura

E infatti reagisce positivamente la Fiepet-Confesercenti, che con il presidente Claudio Pica esprime soddisfazione per l’apertura dell’amministrazione. Se l’abolizione della Cosap dovesse essere confermata, il beneficio si cumulerebbe con il posticipo della Tari già concordato; ma le associazioni di categoria auspicano, che, sempre in direzione di un sostegno concreto alle attività commerciali, l’ammontare della Tari possa essere abbattuto (“costrette all’inattività, le realtà commerciali non stanno producendo rifiuti, la decisione dovrebbe essere conseguente”, spiega Pica). Nel frattempo è incoraggiante constatare l’apertura al dialogo dell’amministrazione capitolina. A patto, però, che la sospensione della Cosap non si riveli un boomerang, incentivando chi non ha già in mano la concessione di occupazione del suolo pubblico ad appropriarsene in autonomia, facendo affidamento su un periodo di maggiore (necessaria?) benevolenza per stimolare la ripresa delle attività commerciali. E qui può cascare l'asino del provvedimento: ci sono tante realtà a Roma, infatti, che in virtù di una burocrazia assolutamente folle non hanno una autorizzazione pur avendone diritto. In questo senso un provvedimento di questo tipo - se non accompagnato ad altre compensazioni - al momento della riapertura rischia di alterare concorrenza e mercato. Il ristorante che non è mai riuscito ad ottenere - o non ha voluto - uno spazio all'aperto potrebbe subire la concorrenza sleale del ristorante a fianco che magari punta forte sui posto all'aperto. Non si tratta, insomma, a differenza dell'intervento sulla tariffa rifiuti, di una misura che avvantaggia tutto il settore, ma solo alcuni soggetti a dispetto di altri.

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