Vendemmia 2023: allarme malattie della vite. Al Centro-Sud si lotta per salvare la qualità

22 Lug 2023, 14:58 | a cura di
Quadro molto complicato in Abruzzo, Puglia e Calabria. Si difendono distretti di Chianti e Chianti Classico, Etna, Frascati e Doc Sicilia. I volumi delle grandi Dop calano ovunque

Calabria, Abruzzo, Puglia, Basilicata. Sono le regioni del Centro Sud maggiormente colpite dal dramma della peronospora, fungo ben noto ai viticoltori ma che quest'anno si è diffuso velocemente e con effetti molto duri sui vigneti, in questa fase di pre-vendemmia. Il quadro emerge dal sondaggio del settimanale Tre Bicchieri sulle grandi denominazioni italiane. In questa prima parte (realizzata nella seconda decade di luglio 2023), l'occhio è caduto sul Centro Italia e su un Meridione flagellato dalle fitopatie a causa di una seconda metà di primavera molto piovosa che ha reso difficile, se non impossibile, il lavoro di prevenzione e di lotta contro le crittogame da parte delle aziende. In molti hanno dovuto abbandonare del tutto i vigneti, chi invece è riuscito a intervenire per tempo, con costi economici notevoli, ora deve difendere a denti stretti il raccolto.

La preoccupazione nei distretti

Attraverso la voce dei Consorzi di tutela delle principali Dop, emerge un senso di forte preoccupazione per il 2023/24. Gli improvvisi voltafaccia del meteo, passato da un inverno con scarsa piovosità a una primavera con precipitazioni eccezionali e, poi, a un'estate con temperature sahariane, hanno aumentato nella base produttiva la sensazione di impotenza di fronte alla crisi climatica. Una cosa, a detta di tutti, è certa: si raccoglieranno meno uve e si produrrà meno vino. In particolare, la Regione Abruzzo si è già attivata col Governo per chiedere aiuti al settore agricolo, e diverse altre Regioni, come Calabria e Puglia, vanno verso la dichiarazione di stato di calamità naturale. Lavori straordinari per i viticoltori del Sannio e dell'Irpinia, mentre si difendono bene Doc Sicilia, Etna, Frascati, Chianti Docg e Chianti Classico.

Fitopatie in vigna: allarme qualità

La virulenza delle fitopatie in vigna ha lasciato segni indelebili. Gli attacchi di infezioni fungine come non si registravano da anni, in particolare nei versanti adriatico e ionico dello Stivale, hanno trovato impreparati alcuni areali. Circostanze che dovrebbero determinare riduzioni percentuali in doppia cifra dei quintali di uve che entreranno in cantina. E ora, a preoccupare è la variabile qualità del raccolto, per la quale la battaglia dei produttori è solo agli inizi, perché umidità e caldo favoriscono l'oidio.

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Situazione difficile per l'Italia

Per l'Italia, che ha in pancia una quantità di vino pari a 50 milioni di ettolitri, l'equivalente della vendemmia 2022, con vendite, consumi ed export in diminuzione (anche le bollicine dopo 10 anni di crescita segna il passo) e un surplus di prodotto che ha generato un ribasso dei prezzi del vino base, il quadro è particolarmente difficile. Come se non bastasse, in un mercato dominato dall'inflazione, le ferite aperte dalla peronospora sui circa 700mila ettari di vigneto nazionale peseranno sugli equilibri del 2024. È vero, per altri versi, che produrre meno vino potrebbe sbloccare una situazione di stallo del mercato, ma la congiuntura è comunque da incubo per le imprese vitivinicole.

L'articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 20 luglio 2023

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