La convinzione di Pietro Leemann, chef e patron, è che un piatto non possa essere buono se sulla strada che è stata fatta per prepararlo sia accaduto qualcosa di cattivo. Una bella responsabilità nei confronti del suo pubblico, e anche di se stesso. Eppure dal 1989, quando aprì questo locale vegetariano a suo tempo rivoluzionario, il cuoco svizzero non ha mai tradito la filosofia. E la clientela lo ha premiato con una fedeltà e un consenso che vanno ben oltre le personali scelte alimentari. Certo, dietro ci sono un talento purissimo e un pensiero vigoroso il cui punto di partenza di tutto sono l'ingrediente e gli uomini e le donne che ci sono dietro, che Leemann gratifica di una citazione in carta. Carta con tre menu stagionali di varie taglie (130, 110 e 80 euro) e piatti dalla poetica vibrante: Elogio alla purezza è, in quella invernale, un cuore di carciofo cotto alla giapponese, con pesto di giovani broccoli e wasabi e un intingolo profumato allo yuzu; Kum! è un wonton farcito di magro con zucca in tempura, agrodolce di ananas e peperone di Altino; La sera all'imbrunire è uno strudel di mele con crema inglese al tiglio e gelato di mango siciliano e vari sorbetti. Ottima cantina, nonché ricca proposta analcolica. Servizio soave.