In principio furono i Cirรฒ Boys. Erano gli anni Novanta e la loro fu una rivoluzione al contrario: un gruppo di produttori - che oggi definiremmo naturali ante litteram- volle riaffermare il primato della tradizione e del gaglioppo. Dismessi i legni piccoli e lโuso (a volte lโabuso) di chimica in vigna, ripartirono dal recupero delle vigne ad alberello e dalle fermentazioni spontanee in cantina. Questo gruppo capitanato da Francesco Maria De Franco e Sergio Arcuri oggi continua a produrre vini di ottima qualitร .
Negli ultimi anni, una seconda rivoluzione ha interessato la zona meridionale della Calabria. Una delle aree italiane pedoclimaticamente piรน vocate, dove per decenni la viticoltura รจ stata inspiegabilmente abbandonata e che in tempi recenti sta vivendo un incredibile momento di crescita. In questa Woodstock del vino calabrese si alternano nuovi protagonisti della scena vitivinicola calabrese. Giovani come Giovanni Celeste Benvenuto, che di ritorno da Francavilla Angitola, in Abruzzo, ha ripreso i vigneti del nonno per fondare la sua cantina e recuperare vitigni autoctoni come la malvasia nera e lo zibibbo di Pizzo, da cui si ottiene il Benvenuto Orange che vi presentiamo.
Altro nome di questo cambio di passo รจ stato Filippo Brancati. Dopo la sua prematura scomparsa, oggi sono i figli Marika e Massimo a prendersi cura delle vigne a picco sul mare, sui ripidi terrazzamenti di Palizzi, che Filippo aveva preso a coltivare: il Carcare (chardonnay e greco bianco), รจ il vino che abbiamo degustato. Storie di donne e uomini di successo che ritornano alla loro terra per ripartire e scommettere su nuovi progetti di vita dalle radici ancestrali, riscattando il duro lavoro delle generazioni passate, permettendoci di raccontare un nuovo capitolo delle viticoltura calabrese.