Il salto di qualità è palpabile e non è un caso. Il rinnovamento portato nello staff, con Valerio Capriotti ad amministrare la sala e Nabil Hadj Hassen in cucina, continua a far sentire i suoi effetti positivi. L'accoglienza è a dir poco professionale e competente: si sta da re. È cresciuta tanto l'offerta di cucina, con un menu studiato per accontentare una platea ampia, come quella che gravita nella zona di Fontana di Trevi, che comprende turismo internazionale, incontri di lavoro e poi romani di passaggio o i tanti gourmet che arrivano qui attratti dal passaparola. La proposta è varia e spazia tra prodotti di "gastronomia" - di livello la selezione di salumi, prosciutti e formaggi - ai piatti veri e propri. Prezioso il bar à huitres, con ostriche italiane, francesi e irlandesi e proposte di crudi di mare, dalle tartare ai crostacei. La bravura dello chef, oramai acclarata da una carriera molto lunga, si mette in mostra in particolare sui piatti della tradizione romana (cacio e pepe e carbonara sono nettamente tra le migliori in città) e italiana (pregevolissimi i tortellini in brodo o alla crema di Parmigiano Reggiano), oltre che sulla valida sezione dedicata al pescato del giorno. Di grande carattere e incisività la cantina, con referenze italiane e internazionali, di piccole realtà o grandi nomi, selezionate con l'accortezza di offrire anche verticali importanti, con ricarichi onesti, focus varietali e buona profondità di formati. Una mescita tra le più curiose e dinamiche in città completa l'offerta, che si avvale anche dell'ottimo cocktail bar, con un'affascinante drinklist dedicata alle tappe dell'Orient Express. Tra i signature e i twist, ovviamente non manca il focus sui classici della miscelazione, sempre ben saldo.