Una delle poche storiche piole rimaste, aperta addirittura dal 1905, con la stessa gestione familiare da generazioni. Arredi rustici, tavoli con tovagliette di carta, qualche quadro della Torino che fu alle pareti, una vecchia bilancia a pesi sul bancone del bar. Due fette di salame e poi via agli assaggi, da un menu del giorno strettamente piemontese sciorinato a voce: tomini, bagna cauda, vitello tonnato, insalata russa, salame cotto, peperoni alle acciughe e via dicendo, per poi continuare con agnolotti al sugo di arrosto, tajarin burro e salvia, brasato, bollito, tagliata di manzo, milanese in carpione. Tutti piatti di sostanza, concreti, saporiti, frutto evidente di un ricettario consolidato. In chiusura l'immancabile tradizionalissimo bunet e la torta di nocciole accompagnata da confettura di albicocche, entrambi di produzione propria. Vino della casa in accompagnamento, insieme alle chiacchiere di Celso, uno stupendo padrone di casa 91enne, che gira in sala e si intrattiene con i clienti. Proposta di degustazione a 25 euro; gradevole dehors. Prenotare sempre e soprattutto telefonare prima della visita per accertarsi degli effettivi orari di servizio.
Le migliori trattorie sono contraddistinte da 1,2,3 gamberi, a seconda del grado di "eccellenza".