Aperto sì e no da un anno, è un locale che si sta facendo notare e che grazie al passaparola fra bongustai sta conquistando un posto di tutto rispetto nell'ambito della ristorazione cittadina. Giovane la gestione, come pure lo chef, Paolo Cecchi, 28enne, appartenente all'omonima famiglia toscana proprietaria della pizzeria (vedi). L'ambiente è sobriamente elegante, di gusto, raccolto e tranquillo, ideale per trascorrere una serata in assoluto relax, anche grazie alla professionalità e alle premure del servizio; per l'estate c'è un piccolo spazio esterno. La proposta culinaria, che prende spunto anche dalla Toscana, terra di origine dei Cecchi, colpisce in positivo per la qualità degli ingredienti, l'uso sapiente delle tecniche di cottura, la pulizia e la nitidezza dei sapori: insomma una cucina che per fortuna non punta a stupire a tutti i costi, andando dritta a conquistare la vista ma poi, soprattutto, il palato. Abbiamo esordito con le lumache all’uccelletto, patate e mascarpone e il foie gras con gamberi di fiume, pan brioche, mele e riduzione di vino rosso, due piatti goduriosi che ci hanno del tutto convinto. Soddisfacente proseguimento con i sontuosi paccheri alla trabaccolara (preparazione tipica della costa versiliese, una rarità a Torino) e il riso con filetto di coniglio, cucunci e foglie di cappero. Centrati anche il cosciotto di faraona, topinambur e pistacchio, e la lombata di cinghialetto Marcassin, carciofi e zafferano. Tiramisù al Baileys per chiudere in dolcezza. Carta dei vini già ben impostata. Due menu degustazione a 45 e 55 euro (bonus).