Progetto coraggioso, quello di Claudio Liu, patron di Iyo Experience (vedi scheda), di Iyo Omakase (vedi scheda) e di questo terzo locale che con il secondo condivide la location. Un gioco di scatole giapponesi, che per qualche tempo ha frastornato clientela e critica. Ora vale affermarlo con certezza: sono tre piani di lavoro differenti, accomunati semmai dalla sola figura di Claudio, che ha il viziaccio dell'eccellenza. Venendo ad Aalto, il pensiero forte in questo caso è la libertà da confini, steccati, pregiudizi, etichette. Chef Takeshi Iwai rifiuta la semplificazione del fusion, sfuggendo alla tentazione di interpretare la cucina nipponica come una cover tradotta in italiano. No, qui la cittadinanza è il mondo e se i linguaggi cambiano di volta in volta, la traduzione è automatica e spontanea: dal menu degustazione da 8 portate (150 euro, ma ce n'è uno di cinque a 135) peschiamo seppie, midollo e caviale, animelle e topinambur, spiedino di manzo, spaghetti cacio e pepe alla tsukemen con brodo di anguilla in saor, risotto a mano e gelato ai ricci di mare, sfoglia al cioccolato e gelato al latte affumicato. Presentazione sublime, sapori netti e ciascuno con la sua silhouette distinguibile, in un ambiente da museo di arte contemporanea, con vista sulla città che non dorme mai. Carta dei vini sontuosa, servizio sottovoce.