Non sul mare bensì all'interno della piccola località balneare, ben attrezzata per famiglie che d'estate vogliono godersi la spiaggia in tranquillità, ecco un posticino moderno per una sosta un po' fuori dai canoni del classico ristorante, senza esagerare e con divertenti e ben fatte riletture dei piatti tipici locali (e non solo). Per esempio ci sono il formaggio fritto in crosta di pasta e polvere di prosciutto, le linguine con ragù bianco di baccalà e nero di seppia, le costine di agnello fritte con maio all'aglio nero ed erbe selvatiche, il diaframma di manzo con cardoncelli, aglio, olio peperoncino e insalata di cavolo. Carta dei vini territoriale e servizio spigliato.
Da "Resto al Sud"
Il percorso di Francesco Auricchiella è esemplificativo di versatilità e voglia di fare. Prima le stagioni estive, poi l'apertura di un'attività a Teramo, nel mezzo una formativa esperienza al Four Seasons Hotel di Firenze e l'incontro con Claudia Lanzi, oggi sua moglie, che gli ha sconvolto la vita, tanto da spingerlo a cambiare città e a investire su un nuovo locale a Roseto degli Abruzzi, cittadina natale di lei. Parliamo di Bistrot 24, graziosa insegna con ventiquattro posti a sedere - da qui il nome - che propone una cucina della tradizione teramana rivisitata con tecniche contemporanee. Il progetto nasce all'inizio del 2017, si concretizza ad aprile del 2019 e, nonostante le difficoltà degli inizi, legate alla pandemia, ha riscosso successo, grazie alla tenacia di Francesco e a un'idea di fondo, quella di diffondere il verbo della tradizione teramana sulla costa, rivelatasi vincente. Qui non si scende a compromessi né sul fronte dell'offerta né sul versante della qualità degli ingredienti. Francesco utilizza le carni e i salumi - a cominciare dalla mitica ventricina - di Podere Santa Lucia, alle pendici del Gran Sasso; la frutta è quella di Podere Francesco, azienda del teramano, i vini locali e gli amari sono forniti da Scuppoz, marchio abruzzese da generazioni. L'Abruzzo, e Teramo in particolare, sono chiaramente protagonisti della selezione e del menu, con piatti forti come la chitarra alla teramana, le costine di agnello fritte, il baccalà - attore di un percorso degustazione tutto dedicato - o l'immancabile formaggio di pecora fritto, figlio di una cultura agro-pastorale radicata e, fortunatamente, ancora attuale. Il giovane chef lo propone in crosta di pasta con una spolverata di prosciutto, ma questa non è l'unica rivisitazione, perché Francesco ama sperimentare sui classici del patrimonio gastronomico regionale per conquistare i suoi ospiti. Oggi il bilancio è positivo e, tra i progetti futuri, c'è un dinamico restyling del locale. Credere nel proprio progetto e nel proprio territorio, non fermarsi mai, sono le carte vincenti di questa storia made in Abruzzo. Il protagonista: Francesco Auricchiella
Inaugurazione: Aprile 2019 I tre piatti imperdibili: Formaggio fritto; Carbonara abruzzese; Costine di agnello fritte in abbinamento a melanzana affumicata e mandorle.