LA VIGNA | Santa.Nè è da sempre il nome di questa antica vigna che si trova sulle ripide colline affacciate sullo Stretto, a sud del centro urbano di Messina. Qui poco prima della collina dei Palari, a circa cinquecento metri di quota, appoggiata sopra una sorta di tolda argillosa, si trova questa piccola vigna ormai quasi centenaria. Di che vitigno si tratti non è dato saperlo, lo hanno sempre chiamato ‘a francisa, la francese, Salvatore Geraci che l'ha rilevata ormai più di vent'anni fa, sostiene che molto probabilmente si tratta di una mutazione genetica di petit verdot. Quello che sappiamo con certezza è che nei primi anni del XX secolo una varietà detta ‘a francisa era molto diffusa nel messinese e che visto che si coltivava facilmente e dava ottime rese, stava velocemente soppiantando i vitigni tradizionali, tanto che intorno al 1930 le autorità locali ne vietarono ulteriori impianti.
LA PERSONA | Salvatore "Turi" Geraci, architetto ma soprattutto leggendario vignaiolo tra i più noti d'Italia, è non a torto considerato il salvatore della doc Faro. La storia è nota, nell'anno del suo primo imbottigliamento, era il 1990 i produttori di Faro erano rimasti in due, di cui uno era il locale liceo agrario, Turi spinto anche da Luigi Veronelli, si intestò la missione di salvare la storica Doc. Così trasformò la settecentesca villa di famiglia in cantina e cominciò a vinificare e ad imbottigliare la sua vigna di Palari, quella che da il nome all'azienda, conquistando da subito pubblico e critica, sono del 1996 i suoi primi Tre Bicchieri.
IL VINO | Risale al 2001 il primo imbottigliamento del Santa.Nè, che prodotto solo nelle annate migliori in genere non supera le mille bottiglie di tiratura. A seconda dell'annata in vino sosta da due a tre anni in barrique di Troncais nuove, quindi affina un ulteriore anno in acciaio prima di essere imbottigliato e messo in commercio dopo tre anni di vetro. Rubino che vira sul granato ma dai riflessi brillanti, si apre subito al naso con note di salina mineralità, sottobosco bagnato, liquirizia, tabacco, china e gelatina di frutti neri. Piena e ben ritmata dall'acidità la bocca dalla sapida piacevolezza, dotata di una elegante e setosa veste tannica, lungo il finale ingentilito da una nota di arancia sanguinella.