Si chiama "Senza pesce": un po' come il ragazzino in bici che, preso labbrivio, si volta verso papà e mamma e dice (non senza patemi di rimando): "Guarda! Senza mani!". Qui il ragazzino, anzi la "ragazzina" Madonnina di anni ne ha 38 suonati; e il sodalizio tra Moreno Cedroni e il suo "pard" Luca Abbadir tocca i tre lustri. E che si provi ad andare, di fronte al mare di Marzocca e all'orto "sociale" del locale "senza mani", aprendo come spiegano gli autori del menu a ingredienti mai usati prima, ci sta tutto. Tanto più che il "senza pesce" del claim è un proclama, proprio come quello del monello che, alla prima curva, rimette le mani sul manubrio e svolta senza incidenti. Del resto, rinunciare davvero in toto al pesce in uno dei pochi posti in Italia dove la "new wave" delle stagionature è gestita (il Tunnel-laboratorio) con saperi ed esiti strafelici (una tavolozza d'assaggi super e gemme vere come un lardo, una coppa e una salsiccia ittici pronti al derby alla cieca con suini col pedigree) sarebbe puro autolesionismo. E allora, sgranocchiato con gioia bambina un "guanto" croccante di zampa di gallina con maionese di moscioli e percebes, vai di pane burro e marmellata (fegato di pescatrice, craquotte, polvere di cavolo viola, confettura di mandarino); crema di cervello e ricci; ostrica "vietnamita" (e vincente); sfera di pan brioche astice e tartufo; golosa cipolla borrettana speziata, parmigianata, nocciolata e finita con uova di pesce volante; "cuore del polpo" (da polpo al cuore) che sposa cuor di vitello e tentacolo; piccione alghe ed erbe; delizioso pre dessert omaggio a Bansky (da leccarsi, alla lettera, le dita) e dessert dedicato ai Peanuts, con strip esplicativa accanto e (visto che parla di formiche) la finitura appena evocatrice del Noma-amor che è nel cuor di Abbadir con uno zic delle stesse. Morale: tra i migliori forse il migliore - percorso a due di sempre. Sorretto e inghirlandato dalla sala condotta da Mariella Organi (cui è dedicato il secondo menu, il terzo è "Ricordi d'Infanzia", 200 euro i due, 180 l'ultimo, 130 e 150 per due o tre piatti alla carta) e coreografato sul fronte vino dalle piroette (inclusi miscelati e analcolici della casa) di una sommelier che mixa a perfezione esperienza e fresca, curiosa spigliatezza.