Il manfattino è una pasta particolare che si faceva quando l'azdora sbagliava nella preparazione dell'impasto: veniva troppo duro, non poteva essere tirato col mattarello, allora ecco che si tritava al coltello per formare delle briciole, che, con i fagioli, stanno benissimo. La mamma, quindi, sbaglia volutamente la sfoglia per preparare questi manfattini (alcuni li chiamano grattini). Facciamo la classica fontana con la farina e ci poniamo al centro tre uova. Lavoriamo finché l'impasto non diventa compatto. Lo tagliamo a fette spesse e poi a listarelle, che facciamo seccare per un po' all'aria con un pugno di farina. Abbiamo lessato già i fagioli: se non avete tempo, va benissimo usare dei borlotti in scatola, basta che siano di qualità. Tagliamo a brunoise sedano, carota, cipolla e patata, le aggiungiamo al tegame con i fagioli in ebollizione. A parte prepariamo un trito di aglio e prezzemolo e lo soffriggiamo con un cucchiaio d'olio per qualche minuto; aggiungiamo il concentrato di pomodoro. E' il momento di formare i manfattini: con il coltello tagliuzziamo le listarelle di impasto, triturando per bene per ottenere delle briciole, poco alla volta, se no si attaccano. Le strofiniamo tra le mani e le sbricioliamo ulteriormente. Aggiungiamo il soffritto al brodo di fagioli bollente e ci cuociamo dentro i manfattini. Serviamo con una grattatina di pepe e un giro d'olio a crudo.