Una squadra fortissima quella dell'Hotel Vilòn, place to be della scena romana, grazie a un fascino irripetibile, dato dalla collocazione storica (in pieno centro in un'ala di Palazzo Borghese) e dalla curata estetica contemporanea, che unisce atmosfere mediterranee - da non perdere il cortile nella bella stagione - e ambienti interni pieni di colore e tocchi d'arte. Se non bastasse questo ad attrarre i curiosi, c'è un ristorante che conquista, per capacità di accoglienza e raffinatezza della proposta. In cucina Gabriele Muro, chef di Procida, porta tutta la solarità delle sue origini in piatti nitidi e curati, con grande attenzione alla materia prima ittica, senza lesinare, però, in colpi ad effetto sia per le preparazioni di carne che per alcuni capisaldi della cucina romana. Meritano la menzione "Quel viaggiatore di un calamaro", con calamaro alla piastra (splendidamente intagliato), piselli, cipollotto e wasabi; "Il Vizietto", sandwich di pescato del giorno e scarola; il "Napoli Tokyo solo andata", genovese di seppie in raviolo, brodo dashi e olio al prezzemolo. Da non perdere i dolci, a cura di Andrea De Benedetto. Tanta Italia, tra nomi noti e produzioni di nicchia, nella cantina curata da Samuele Florio, che, grazie al Coravin, ha ampliato di molto anche la lista di vini al calice.