L'arrivo di Daniele Zennaro e la crescita dell'intero staff, sia di sala che di cucina, hanno permesso ad Algiubagiò un bel salto di qualità. Limato qualche eccesso, la carta si è fatta più solida e matura, l'innovazione non sfocia mai nell'esibizionismo e l'estetica va di pari passo con la godibilità di ciascun piatto, dall'accoppiata fra baccalà e sarde in saôr, al rombo laccato al limone (e la sua trippa), camomilla, agretti, polvere di capperi passando per la triglia servita con il suo brodetto e taccole al sesamo tostato, per chiudere con la textura di cioccolato Amatika 46% Valrhona, con gelatina di rabarbaro, sorbetto di fragole e frutti di bosco, magari anticipato da un delizioso sorbetto alla menta e basilico. Meritevoli le quattro opzioni lunch, spazio anche agli amanti della carne e ai vegetariani. Cantina intrigante. Infine, la vista: da capogiro.