Da Nuoro a Cagliari, senza dimenticare le radici. L'esperienza di Marina Ravarotto nel capoluogo prosegue a gonfie vele e in crescita, e Cagliari può vantare così un'autentica cucina barbaricina riproposta in chiave contemporanea ma senza mai snaturare alcune solide fondamenta. Il nome cita Grazia Deledda, e così gli arredi e i dettagli in sala. Il menu è diviso in capitoli da cui scegliere antipasti, primi, zuppe, secondi, dolci o i due degustazione, uno a mano libera, l'altro chiamato Le Radici, con piatti più tradizionali. Si comincia con le animelle o col flan di carciofo, si prosegue con la fregula o con un ottimo pane frattau. Tra i primi imperdibile su filindeu in brodo, una pasta composta da fili sottilissimi e intrecciati, tirati a mano proprio da Marina secondo una tecnica atichissima appresa nella sua città natia. Si conclude con i secondi a base di carne, dall'agnello al cinghiale. Servizio sempre più attento e cortese. Vini adeguati all'offerta.