Un luogo culto della Torino da bere e da mangiare, con l'insegna che rende omaggio alla voglia di condividere il buon cibo e le buone bottiglie: l'habitué non si annoia mai, il neofita viene conquistato dall'ambiente caldo e informale oltre che dalla sensazione che tutti si divertano. Il Consorzio è un'idea che resiste al tempo senza perdere nulla in freschezza e convinzione, così come accade quando dietro c'è un pensiero forte e non solo un format acchiappatitoli. Andrea Gherra e Pietro Vergnano proseguono per la loro strada, proponendo una selezione di spunti con forti radici piemontesi in un locale che ha il clima di un dopolavoro, caldo e rilassato. In cucina la siciliana Valentina Chiaramonte ci ha messo, oltre a un talento per i sapori più affilati, quella laicità e quel distacco che alla fine favoriscono lo sguardo d'insieme. Si parte con l'uovo croccante su bietole, fonduta e pancetta, con le animelle di vitello alla brace, kefir, radicchio e melagrana, poi i ravioli di finanziera e il risotto mantecato alla Bergese, quindi il brasato di fassona al Ruchè e il Merluzzo fritto con giardiniera di verdure. Per concludere qualche buon dolce, ma forse vale la pena fare una scelta alla francese, un piatto dei formaggi selezionati da Andrea con cura maniacale. Un menu da 39 euro evita dilemmi strazianti. La cantina se la gioca alla pari con la cucina ed è frutto di anni di ricerche, bevute, confronti, esplorazioni. Ampio lo spazio ai vini naturali ma i tradizionalisti avranno vino per i loro calici. Il servizio è piacevole: Andrea e Pietro si prestano, al bisogno, ad ampi spiegazioni su ogni aspetto dell'esperienza.
Le migliori trattorie sono contraddistinte da 1,2,3 gamberi, a seconda del grado di "eccellenza".